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Biasin: “Stramaccioni? Gran parte dei giocatori più vecchi di lui. Somiglia a Mou…”

Daniele Vitiello

In quel tempo pullulavano i locali del 2×1. Funzionava così: il losco proprietario della tal bettola, per scaldare le serate mosce (tipo il martedì, ché il martedì la gente se ne sta a casa e mangia la pastina), offriva due bei cocktail...

In quel tempo pullulavano i locali del 2x1. Funzionava così: il losco proprietario della tal bettola, per scaldare le serate mosce (tipo il martedì, ché il martedì la gente se ne sta a casa e mangia la pastina), offriva due bei cocktail al prezzo di uno. Una pacchia per la categoria "ragazzi squattrinati". Andavi al locale, ordinavi la doppia brodaglia, facevi il figo brandendo i bicchieri e in dieci minuti accadevano due cose: 1) Tutti erano sbronzi da far schifo. 2) La fila al bagno era mostruosa, roba da piaga biblica, ché la vescica era carica come un gavettone da spiaggia ma la porta non si apriva mai. Il proprietario infame tra l'altro non era un pirla, ti faceva il superalcolico con le bottiglie più abiette prese al discount: il cuba libre con il rum marca "ron", il gin tonic con il gin marca "gyn", il vodka lemon con la candeggina (sì, era candeggina), serviva birra calda e sgasata. Tu, devastato dai liquidi, pensavi di essere furbo, dicevi "mo' me ne bevo un altro paio e ci provo con la Marilena", ma alla Marilena facevi schifo da quanto barcollavi e se ti andava bene lei tornava a casa sola e se invece ti andava male accettava il passaggio del viscido proprietario. Mica scemo lui, mica beveva quel che toccava a te: s'imbenzinava col rum marca "Fidel Castro Riserva" o la vodka "Ivan il terribile trentaduesimo".

Ecco, l'Inter da un paio di stagioni è vittima della sindrome 2x1. Se c'è da far mercato preferisce due polli piuttosto che una faraona, perché costano meno e fanno numero. Così facendo, però, finisce che a un bel momento giochi contro la Juve, perdi 2-0 e ti dicono "bravi comunque, avete giocato bene". Quel "bravi" suona come presa per i fondelli e allora decidi di correre ai ripari. Moratti non ha intenzione di tornare a sperperare, anzi, ma come noialtri rubiamo in cantina la bottiglia buona del babbo, s'è accorto di avere in casa un sontuoso sostituto di Ranieri a costo zero. Il buon Claudio lascia al giovane Stramaccioni, il 34enne Andrea, quello che ha vinto la Champions (o quel che è...) dei Primvaera. A lui toccherà guidare il carrozzone da qui a fine stagione, a lui - se non si brucerà come fanno quelli che si avvicinano troppo al camino con su le caldarroste - sarà affidato un gruppo di giocatori che in gran parte sono più vecchi di lui.

Chi lo conosce assicura che il cavallo è valido, di razza, somiglia a Mou per carattere e decisionismo, gioca col 4-2-3-1 alla Spalletti, non ha paura di niente e nessuno, ha il coraggio di dare una maglia da titolare ai giovani di belle speranze, sa giocare a calcio come me e te (niente di che, insomma), sa insegnare calcio meglio di me e te (a meno che tu non sia Sacchi). E' bravo, in definitiva, ma sai com'è, trattasi pur sempre di uno sbarbatello. Ipotetico dialogo nello spogliatoio. Stramacciò: "Zanetti Javier! Fai questo e quell'altro!". Zanetti: "Andrea stai buono o vai a letto senza cena e ti scordi i Pokemon". Ma - siamo convinti - queste son baggianate e non andrà così, perché questo qui sembra il primo allenatore del post Mou che ha convinto Moratti al primo sguardo. Chi vivrà vedrà...

Ora però basta parlare di rogne, esoneri e storie tristi, che qui c'è da presentare il quarto di finale più difficile della storia dei quarti di finale di Champions. Dunque, la missione è complicata. Il Milan è come quel gruppo di ragazzi buoni come il pane che si presentano fuori dal locale controllato dal buttafuori arrogante. Quello che ti lascia fuori, per capirci, e fa entrare i tizi con la raccomandazione, con l'addominale scolpito, col grano, la bella macchina: Messi e soci insomma. Tu metti davanti gli amici meglio sistemati, quelli che "con loro magari abbiamo qualche speranza", ma poi ti accorgi che uno dei due è a casa con la pertosse e perdi tutte le speranze. Thiago Silva domani non ci sarà e buona parte della responsabilità è del suo allenatore: contro la Roma andava risparmiato e invece niente. Il tecnico ha pensato: meglio uno scudetto certo che una semifinale quasi impossibile. Son scelte, ma senza il brasiliano le possibilità dei rossoneri calano di molto. Dall'altra parte inutile raccontare la rava e la fava su Messi e compagnia, più interessante segnalare quel che può accadere in chiave mercato. Peppuccio Guardiola non ha ancora deciso se resterà sulla panca a lui più cara, ma di sicuro non ha intenzione di confermare Piquè. Peppuccio, d'altro canto, adora proprio Thiago Silvia (anche mia nonna lo adora, ci vuole mica un genio) e proverà a fare il colpaccio per rendere ancora più forte una squadra che già rasenta la perfezione. Scambio con quattrini (tanti) nelle tasche del diavolo? Lo scenario è da beoni visionari ma nell'era del 2x1, di Twitter (@ FBiasin) e di quell'ingrata di Marilena, non si sa mai...