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BOCCA: “L’INTER HA ACQUISITO LA DIMENSIONE EUROPEA. E MOURINHO IN PANCHINA CONTA”
Fabrizio Bocca, editorialista di Repubblica, giudica così il passaggio del turno in Champions League da parte dell’Inter, un passaggio del turno che salva la faccia a tutto il calcio italiano: Quel gol di Samuel Eto’o allo Stamford...
Fabrizio Bocca, editorialista di Repubblica, giudica così il passaggio del turno in Champions League da parte dell'Inter, un passaggio del turno che salva la faccia a tutto il calcio italiano:
Quel gol di Samuel Eto'o allo Stamford Bridge ha un peso fortissimo, porta l'Inter ai quarti di finale della Champions League e salva la faccia, almeno per ora, all'intero calcio italiano rimasto disperatamente attaccato alle imprese di Mourinho & C. Nei tre anni precedenti l'Inter era sempre uscita dalla competizione europea agli ottavi: nel 2007 (gestione Mancini) era successo col Valencia, nel 2008 (sempre gestione Mancini) col Liverpool, un anno fa col Manchester United. Insomma è un bel passo avanti: forse l'inizio di una strada che speriamo porti fino alla finale di Madrid.Vincere in casa di un club inglese è sempre una grande impresa (ai nerazzurri, nella loro storia, era successo solo altre due volte): all'Inter sarebbe bastato lo 0-0, non ha giocato una partita scriteriatamente in attacco, ma nemmeno è scesa in campo per accontentarsi del minimo. Mourinho ha schierato una formazione decisamente offensiva, mettendo insieme Sneijder, Eto'o, Milito e Pandev. Tra parentesi: ottima la partita di Sneijder rivelatosi ancora una volta l'acquisto più azzeccato dei nerazzurri, e ottima anche la partita di Eto'o che non sempre (in particolare da dopo la Coppa d'Africa) aveva giocato con l'Inter ad alto livello, come invece ha fatto contro il Chelsea. Questo è il suo secondo gol in Champions quest'anno: ne aveva segnato un altro importantissimo al Rubin Kazan.La scelta offensiva - che comunque rientra perfettamente nelle strategie di Mourinho, che gioca molto anche sul fattore sorpresa e sull'impatto psicologico - ha creato almeno qualche problema al Chelsea che doveva fare la partita per ribaltare la sconfitta dell'andata e non ci è invece riuscito. In Champions allo Stamford Bridge il Chelsea quest'anno non aveva mai perso, e in Premier League gli era capitato una volta sola: insomma l'impresa c'è tutta. Cosa che la settimana prima non era riuscita invece al Milan a Manchester. Anche questo può fornire la misura della grandezza dell'Inter, che in campionato ha inspiegabilmente rallentato il cammino - forse l'avere Mourinho presente in panchina fa davvero la differenza - ma in Europa sta forse prendendo coscienza della propria dimensione superiore. Fermarsi agli ottavi avrebbe scatenato certamente un processo, arrivare ai quarti comunque permette all'Inter di dare un profondo significato a questa stagione. Anche se adesso verrà il difficile, camminare cioè sul doppio binario: lo scudetto e la Champions. Certo nessuno vorrà rinunciare a nulla ed è giusto così. Mourinho-Ancelotti, la sfida nella sfida, è terminata nettamente a favore del portoghese. Paradossalmente il Chelsea è apparso migliore e più tonico all'andata che al ritorno dove doveva senz'altro fare molto di più: Drogba e Anelka sono stati ben fermati dalla difesa nerazzurra (anche se c'è qualche recriminazione da parte dei londinesi tra andata e ritorno), dove Lucio e Samuel formano ormai una delle migliori coppie del calcio mondiale. I terzini del Chelsea sono stati fermati e respinti dagli attaccanti dell'Inter: è stata una partita senza risparmio di energie fisiche e mentali. Ancelotti si ferma qui con due sconfitte incassate: non mi sembra certo un verdetto col dubbio, ma molto netto. Particolarmente significativo soprattutto per Mourinho che al Chelsea era di casa. Così come il portoghese merita le critiche quando esagera con i toni e i comportamenti a bordocampo, così merita gli applausi per come sa guidare, con grande istinto, la sua squadra.Staremo a vedere come si completerà il tabellone dei quarti, se il Barcellona si affiancherà a Manchester United, Arsenal, Bayern e così via. L'importante è che l'Inter vada avanti senza complessi di inferiorità. Al di là della giustissima soddisfazione per il doppio successo e la coda di polemiche per l'agitata vigilia con tanto di esclusione di Balotelli (resto sempre dell'idea che non sia necessario andare avanti di giorno in giorno con decisioni spettacolari e clamorose) la sensazione è che la storia dell'Inter in Champions sia solo all'inizio. E cioè che da stasera l'Inter possa sentirsi un grande club veramente internazionale: dimensione che acquisti non tanto mettendo insieme un gruppo di formidabili giocatori quanto misurandoti ed eliminando grandi avversari. Il Chelsea era senz'altro tra questi. Avvicinarsi il più possibile a quel trofeo che aspetta da 45 anni è già un bella soddisfazione.
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