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Bocca (Repubblica): “L’Inter come la Juve recente, tutta da rifare. Ora…”

Daniele Mari

Fabrizio Bocca, giornalista di Repubblica, sul suo blog analizza la situazione in casa Inter, dopo la disfatta col Novara: “Ringraziamo l’Inter che ha riempito nella maniera più clamorosa, perdendo in casa col Novara, la domenica più...

Fabrizio Bocca, giornalista di Repubblica, sul suo blog analizza la situazione in casa Inter, dopo la disfatta col Novara: "Ringraziamo l’Inter che ha riempito nella maniera più clamorosa, perdendo in casa col Novara, la domenica più vuota che si ricordi del calcio italiano. Prima di lanciarci nel processo per direttissima a Moratti, a Ranieri e a tutta la squadra – facciamo almeno il processo prima di passare all’esecuzione della sentenza… -  permettete un applauso al grande Mondonico, che una soddisfazione del genere non se la prendeva da tempo. “E’ come se avessimo vinto il festival di San Remo” ha detto subito con grande spirito. E giù il cappello davanti al gol di Caracciolo, non una botta di fortuna, ma un tiro vero, ricercato: un sinistro a effetto (a difesa spalancata) che entra nella storia. Il Novara è il simbolo dell’anno no dell’Inter: all’andata (a Novara) il ko costò la panchina a Gasperini, mentre il ko del ritorno segna definitivamente – penso – la fine del ciclo Inter e di tutti i suoi protagonisti, vecchi e nuovi. Anche se quel ciclo, sinceramente, lo avevo già considerato chiuso da tempo. Da due anni l’Inter cerca di salvare un pezzo del passato e di autocorreggersi, un pezzo alla volta: via Balotelli ecco Pazzini, via Eto’o ecco Forlan, via Motta ecco Palombo. E in campo tanti, troppi giocatori che non hanno più una motivazione. Io di impegno ne ho visto tantissimo ma credo che non sia questo il punto. L’Inter non gioca normalmente bene, ma adesso è anche un periodo dove le gira male: un rigore che ci poteva stare, il portiere avversario che para tutto, una traversa. Se in campo hai Milito, Sneijder, Forlan e Pazzini e non riesci a battere una squadra del fondo classifica persino ridotta in dieci all’ultimo, vuol dire che nemmeno hai più la sensibilità di percepire i segnali che ti vengono lanciati. Eviterei anche accuse del tipo “perché cambiare questo invece di quello” (la gente rimprovera a Ranieri di sacrificare sempre i giovani a vantaggio dei più esperti nelle situazioni complicate): non credo che un cambio o due possano cambiare la visione generale. Non mi sembra che l’Inter sia stata solo sfortunata in queste ultime settimane, o malgestita dall’allenatore, ormai è una squadra scombiccherata, che non si tiene insieme. La lunga serie di risultati positivi aveva nascosto dei problemi di gioco notevoli e alla fine fatto più male che bene, perché forse sul mercato si poteva intervenire diversamente: anche contro la Lazio a Roma avevamo avuto la stessa sensazione.

Un cliché vuole che l’Inter sia per forza grandissima, che debba lottare per lo scudetto e così via. Ma la realtà oggi è un’altra. Mi richiama molto la Juventus degli anni scorsi, quella dei Ferrara, degli Zaccheroni, dei Delneri e di un accrocco malmesso di giocatori. Puntualmente ogni volta che si risolleva un po’ da un anno e mezzo a questa parte, ci siano Benitez o Leonardo, Gasperini o Ranieri, l’Inter ricade in basso, a ricordarle che se vuol tornare la squadra di qualche anno fa, deve ricominciare tutto da capo. E’ stata una grande e bellissima Inter, ma appunto “è stata”. Prima di pensare all’ennesimo allenatore da cambiare (sarebbe perfettamente inutile e anzi secondo me dannoso), è ora di mettere un punto, scrivere la parola fine e fare un qualcosa che già altre squadre hanno fatto, penso alla Juventus e alla Roma. Pensare insomma al domani. E’ un qualcosa che si può fare con molta tranquillità, serenità e senza alcuna vergogna. I grandi calciatori del resto non sono eterni.