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Gli obiettivi dell'Inter, il rapporto con Asia e Indonesia, lo stadio e molto altro. Questi i temi toccati dall'amministratore delegato nerazzurro con BolaNews, TopSkor e Goal.com
Su inter.it i passi principali delle dichiarazioni rilasciate da Michael Bolingbroke nel corso delle interviste realizzate a Giacarta:” Stadio? Noi abbiamo già dichiarato che la nostra prima opzione è quella di rimanere a San Siro e ristrutturare lo stadio, un progetto molto importante. Per questo sono in corso delle discussioni con il Comune. Ci saranno da fare degli investimenti consistenti per lo stadio, per renderlo una struttura moderna. E ovviamente dovremo concordare tali investimenti col Comune. Ma è ancora molto presto, per adesso il Milan deve ancora portare avanti il proprio progetto.
Se il Milan non andasse via? Noi in ogni caso abbiamo bisogno di una casa, sia per il club che per i tifosi sarebbe ottimo avere uno stadio di proprietà. San Siro è la prima scelta, ma se non dovesse essere possibile c'è sempre un piano B. In ogni caso stiamo già lavorando su come rendere l'esperienza stadio ancor più affascinante e anche sicura. Rendere lo stadio un posto sicuro e divertente per chi viene con la famiglia è una cosa molto importante, sviluppando ad esempio una zona famiglie per uomini, donne e bambini.
Per quanto riguarda il Fair Play Finanziario stiamo lavorando con la Uefa. Abbiamo avuto e stiamo avendo una serie di riunioni con loro. Non è ancora stato deciso nulla per ora. In ogni caso, noi crediamo nella Uefa e nel Financial Fair Play, da parte nostra c'è il massimo rispetto. Quello che sta succedendo a Parma non può che dispiacere. In ogni caso, il campionato italiano non è l'unico ad avere una squadra che va in bancarotta, anche in Inghilterra succede. Quel che sta succedendo a Parma è molto brutto, ci sono tanti dipendenti, giocatori e collaboratori del club che stanno soffrendo questa situazione. Adesso la cosa importante è che tutte le altre squadre e la Lega stessa stiano facendo tutto il possibile per aiutare il Parma, è la cosa giusta da fare. Inoltre, si tratta di preservare un pezzo di storia del calcio italiano a livello internazionale, il solo fatto che voi mi facciate domande al riguardo è un segno che la faccenda è seguita a livello internazionale. Penso che sia importante fare i passi giusti come pare si stia facendo, ma la domanda credo sia più ampia e credo che il calcio sia come ogni altro business, deve essere gestito per bene, con giudizio e con una governance adeguata. Sono sicuro che verranno apportati dei cambiamenti per aiutare le squadre ad evitare di finire in certe situazioni in futuro. Nel calcio, come in ogni altro business, ci sono soldi che entrano e soldi che escono e bisogna ricordarsi che più ne escono e più rischi si affrontano. Ma i club calcistici, storicamente, sono molto spesso parte di una comunità e se una squadra sparisce questo ha effetti maggiori su una comunità locale rispetto a ogni altro business perché si tratta di una parte di questa comunità, una delle sue radici".
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