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Il protagonista di questa puntata di "Drive Inter", rubrica di Inter Channel, è Ruben Botta, il giovane calciatore argentino che ha già impressionato il popolo nerazzurro.Queste le parole del giocatore:
PASSATO e FAMIGLIA - Da bambino ero terribile. Ho tanti ricordi però. Io sono orginario di un piccolo paese, San Juan, ricordo gli amici e quando torno ricordo quando ero bambino. Sono tornato a casa durante le feste. Ho quattro fratelli più piccoli, io sono il più vecchio. Sono un esempio per loro, ma sono comunque molto tranquilli, capiscono da soli come va la vita. Sono molto contenti di me, uno dei mie fratelli gioca a calcio, il più piccolo a tennis e mi manda tanti messaggi. PASSIONE - Quando avevo sette anni ho iniziato a giocare in una squadra piccola del mio paese, mi piaceva all'inizio ma preferivo stare con i miei amici. Poi a dodici anni ho iniziato a prenderla più seriamente. Poi mi sono spostato a Buenos Aires e ho iniziato a giocare lì. Mio padre giocava in una squadra, ma non era bravo. Dice che ha vinto tanti campionati e che la gente lo incitava. Ho sempre giocato a calcio perché mi piaceva, poi ho realizzato che poteva essere una professione, ma l'ho sempre presa come un gioco. Non mi importanva vincere o perdere, mi importava solo giocare. Non ho mai voluto diventare chissà chi, ma solo giocare. Il mio idolo era Riquelme, ora Messi. PRIMO GOL - In coppa sudamericana in Argentina, una coppa importante. Ho esultato, ho ballato, ho fatto tutto. Ballerò anche in caso di gol all'Inter. AIUTO - Mi hanno aiutato Walter, Pupi, tuttti gli argentini, Diego. Mi hanno sempre aiutato dal primo momento. Sono stato sorpreso dagli argentini come persone, non credevo mi aiutassero tanto. Anche la società mi è stata vicina, mi hanno trattato tutti bene dal primo momento, sono molto contento, non sapevo come sarebbe stato. Era tutto nuovo per me. Non ero mai andato via dall'Argentina. INTER - Ho sempre voluto stare qui. Mi ganno dato questa possibilità e adesso voglio sfruttarla. ESORDIO - Ho pensato ai momenti difficili, all'infortunio. Non passava mai il tempo, è stato un infortunio grave. Non credevo di giocare contro l'Udinese, è stato tutto molto rapido, pensai a tante cose, ma poi ho pensato che era una partita come le altre. Paura no. Quando gioco dimentico tutto e sfrutto ogni momento. Ero ansioso e impaziente di rientrare, l'infortunio mi ha insegnato molto, ad essere paziente e a lottare. Sono però ancora istintivo. RUOLO - Davanti, a sinistra, destra, in mezzo, è uguale per me. Sempre davanti comunque non è un problema, ho giocato ovunque, a centrocampo in attacco, mi piace soprattutto stare a destra e poi accentrarmi. Dove mi fanno giocare, gioco. Fin da piccolo mi hanno detto di giocare in varie posizioni. E' più facile giocare se sai ricoprire diversi ruoli.FUTURO - Vivo sempre il momento. Mi piacerebbe continuare a stare qui. Giorno dopo giorno devo essere costante ed allenarmi.
TEMPO LIBERO - Sono tranquillo, guardo tv, film, anche senon capisco molto l'italiano. Dicono che devo imparare, Mudingayi mi dice che non può comunicare con me. Milano? Vado poco. Como invece è tranquilla, vivo lì. Devo dare un'occhiata a Milano per trasferirmi lì.CUCINA - E' un problema, voglio imparare, ma non mi piace quello che cucino. Non sono bravo, ma le cose facili non mi piacciono. VIAGGIARE - Dipende, se per una vacanza sì. Mi piacerebbe visitare gli USA, ma anche Roma. Sono stato a Venezia, mi piace. AMBIENTARSI - Venivo da un brutto infortunio al ginocchio, era tutto nuovo, non potevo allenarmi. E' stato difficile ambientarmi. I giorni non passavano più. Stavo sempre solo. Il tempo passa più veloce quando sei in gruppo, poi però mi sono abituato alla città, a stare qui.TIFOSI - Mi trattano sempre molto bene, sono contento.TRE PAROLE - Tranquillo, semplice, complicato.
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