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Calciopoli bis è arrivata ad un momento cruciale. Dopo tanti proclami da parte della difesa di Luciano Moggi, finalmente qualcosa sembra muoversi, ma non di certo in loro favore. Gli inquirenti della procura di Napoli assicurano che l'impianto accusatorio non è stato minimamente intaccato da queste nuove 75 intercettazioni. Per di più queste, sembrano aver scaturito l'effetto contrario, ovvero danneggiare la difesa di Moggi, rafforzando il teorema accusatorio.I legali di Luciano Moggi, puntano molto sul fatto del "cosi fan tutti", continuando a non comprendere i motivi per cui sono stati citati in giudizio. Le telefonate che Bergamo avrebbe avuto con Facchetti, Moratti, Zamparini, Cipollini e altri dirigenti non possono costituire alcun tipo di reato. "Le intercettazioni non spostano alcunchè" afferma il pm Narducci. Questo perchè: un conto è colloquiare al telefono, un altro è alterare dei risultati sportivi.Per quanto concerne inoltre "la madre di tutte le intercettazioni", si tratta di un altro buco nell'acqua tra le memorie difensive di Moggi. Il nome di Collina, non sarebbe stato fatto da Facchetti, bensi da Bergamo. Inoltre sembra che le intercettazioni siano state modificate per portare punti a favore della difesa. Il punto fondamentale sta nel fatto che, Luciano Moggi, nell'udienza svoltasi martedi scorso, avrebbe per la prima volta ammesso il possesso di sim estere ai fini di conversazioni riservate. Le conversazioni riservate riguarderebbero operazioni di calciomercato, ma questo è ancora da verificare. Di certo è una novità importante.L'ufficiale dei carabinieri Auricchio, che aveva condotto le indagini, è stato interpellato circa l'utilizzo di queste sim da parte di operatori di mercato e avrebbe risposto negativamente. Per l'accusa questa sembra essere la chiave di volta dell'intera operazione. I pm Giuseppe Narducci e Stefano Capuano intanto preparano l'udienza del 20 Aprile prossimo. Questa volta, le novità, proverranno dall'accusa e non dalla difesa.
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