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Carrizo: “Siamo troppo buoni, serve cattiveria. Napoli? Spero solo che…”

Il protagonista della puntata odierna di Inter Nos, programma di Inter Channel, è Carrizo.  Il portiere nerazzurro ha risposto alle domande dei tifosi, inviate su Twitter tramite l’hashtag #askCarrizo.  Ecco le sue parole: Spero di dare...

Simona Castellano

Il protagonista della puntata odierna di Inter Nos, programma di Inter Channel, è Carrizo. Il portiere nerazzurro ha risposto alle domande dei tifosi, inviate su Twitter tramite l'hashtag #askCarrizo. 

Ecco le sue parole:

Spero di dare sempre il mio contributo alla squadra. 

-Futuro da allenatore?

Nello spogliatoio parlo poco. Servono allenatori duri, soprattutto per i giovani. In campo invece parlo molto e quindi dopo le partite non riesco più a parlare. Se intraprendessi questa carriera vorrei calciatori col coltello tra i denti, ci vuole la 'garra'. Io inizio a pensare alla partita quando scendo in campo, alcuni ci pensano tanti giorni prima e arrivano troppo tesi. A volte bisogna distrarsi con la musica magari, per poi dare il massimo in campo. 

-Tim Cup?

Speriamo di non arrivare ai rigori. E' questione di fortuna, non sempre vince il migliore.

-Periodo attuale?

E' un periodo un po' particolare questo, ma è per colpa nostra, non si tratta dell'allenatore, dobbiamo capire in campo quando è il momento giusto di passare la palla. Speriamo di fare bene domenica, sarà una partita tosta, sarà una partita combattuta ed equilibrata, dobbiamo dare una svolta e fermare la nostra discesa, siamo al decimo posto e non possiamo permettercelo. Il Milan anche fa fatica, la Juve vince perché è convinta. Dobbiamo giocare come sappiamo, dobbiamo cambiare noi. Dobbiamo cambiare in campo, essere più cattivi, aggressivi, spesso siamo troppo buoni. 

-Presenze in Europa League tue molto positive...

Ho sentito la fiducia di Mancini dal primo momento. Anche Mazzarri mi schierava, mi ha dato la possibilità di metterrmi in mostra. Un allenatore intelligente deve avere i calciatori tutit allo stesso livello. A volte hai bisogno di tutti i calciatori, se non tieni i calciatori in forma e preparati, quando poi scendono in campo non sono motivati. Noi dobbiamo far vedere che anche noi che non giochiamo spesso siamo allo stesso livello. 

-Arrivano complimenti dai tifosi...

Mi fa piacere che pur non avendo tanto spazio i tifosi riconoscono quanto vali. Io so che se sto fuori è perché davanti ho un portiere molto forte che fa di tutto per difendere la porta. Sono contento per lui, ha la possibilità di far crescere l'Inter. Io so che quando vado in campo sono all'altezza della situazione. Io sono un professionista, mi alleno, anche perché quando noi che giochiamo di meno entriamo non possiamo sbagliare. Oggi ci prepariamo diversamente per parare i rigori, è il calciatore ad avere la pressione. 

-Più forte Pelè o Maradona?

Sbagliano quando paragonano i giocatori. Così come quando si paragonano Messi e Maradona, hanno giocato in periodi diversi. Non si deve pensare a chi è meglio, ognuno dà il proprio contributo. Maradona sentiva il calcio in un modo particolare, cantava l'inno, ma questo suo modo di sentire il calcio lo ha portato a fare cose che Messi non farà mai. 

-Parata più bella?

Ricordo una punizione di Riquelme, la palla era stata deviata da un giocatore in barriera, la palla andava dall'altro lato e io ci ho messo il piede. Dopo quella parata è arrivata la convocazione in Nazionale. 

-Pallone d'oro a Cristiano Ronaldo?

Sì, ha fatto motlo bene. I più forti sono Ronaldo e Messi. 

-Gol più bello subito?

Ne ho presi tanti, faccio fatica a trovare il più bello. Messi mi ha segnato, io ero a Saragoza, prendemmo sei gol. Messi mi ha fatto un pallonetto, anche se io ero uscito. E' riuscito a farmi il pallonetto in un metro. Ha una forza nelle gambe impressionante, è veloce anche con la palla al piede. 

-Cibi italiani?

Io sto attento al cibo, ma cucina mia moglie che aveva un ristorante. So cucinare le torte però, spesso anche per le feste. 

-Nazionale?

Sono contentrato solo sull'Inter. A me piace parlare chiaro. Evidentemente nei tre portieri del Mondiale il mister ha visto qualcosa che per il gruppo era importante. Però forse c'era qualche altro forte, Caballero del City ad esempio. Spesso chi merita non ha la possibilità. Tu dai tutto per la nazionale e poi non vieni convocato, spesso vengono scelti giocatori per il gruppo. I nazionali devono essere i migliori, spesso non è così. 

-Goycochea?

Grande portiere. E' rimasto nel nostro cuore. Da piccolo le cose si guardano diversamente, adesso le partite le guardi per lavoro. 

-Che allenatore è Simeone?

E' un allenatore molto preparato. In Argentina dimostrava di essere diverso dagli altri allenatori, portava cose che per noi non erano ancora normali. Ha tanto carattere. Di lui mi è piaciuto che ci faceva lavorare un'ora al 120%, la qualità così cresceva. In Argentina ha fatto bene, bene anche in Spagna e ha fatto bene anche in Catania. 

-Hai mai giocato in un altro ruolo?

Ho avuto un'esperienza diversa da quella del portiere. Avevo 12 anni, mi ero stufato di stare in porta, perché vedevo tutti che si divertivano e volevo divertirmi anch'io. Ho giocato da attaccante, ho segnato 2 gol in 4 partite. Mio padre però mi ha detto che avrei fatto carriera come portiere. Prima di iniziare di giocare a calcio giocavo con i miei compagni di scuola a parare. 

-Tifosi più caldi che hai incontrato?

L'Italia mi ha colpito tanto da questo punto di vista. In Argentina il tifo viene vissuto in maniera esagerata. In Argentina ci si butta addosso ai calciatori, qui i tifosi rispettano di più. 

-Giocato contro Palacio?

Sì, mi ha segnato parecchie volte contro, in amichevole però. Una volta anche in campionato, ma abbiamo vinto noi. A volte ricordiamo queste cose e ci prendiamo in giro, scherziamo. Sono cose che riesci a descrivere solo a chi ha vissuto come te quelle situazioni. Io e lui dividiamo la camera in ritiro. Ci prendiamo sempre in giro, ci vediamo anche per qualche 'asado' a casa.  

-Squadre argentine?

La mia famiglia tifava Independiente. Peòr quando ho giocato al River ho comunque parato senza problemi, non mi interessava chi avevo davanti. Ho iniziato ad amare questa maglia, perché ho vissuto esperienze nuove. 

-Stadio più bello tra Meazza e Monumental?

San Siro è uno degli stadi più belli al mondo. In Argentina tutti sognano di avere uno stadio così. Il Meazza è uno die più belli. 

-Derby più caldo?

River-Boca. Ho avuto la possibilità di giocare anche il derby di Roma, è bellissimo, avevo la pelle d'oca. In Argentina a volte guardavo il derby. Non tutti hanno la possibilità di giocare un derby, il mio è andato male ma mi sono goduto l'atmosfera. Qui dopo un derby non si prosegue per settimane, in Argentina si inizia un mese prima a parlarne. Qui abbiamo Palacio, Guarin che hanno gicat al Boca, io invece al River. Prima c'era qualcun altro invece che aveva già gicato nel River. 

-Avventura in Italia?

Quando sono arrivat alla Lazio ho trascorso un anno difficile, dicevano che paravo per istinto e non per tecnica. L'allenatore lì è stato tosto, devo ringraziarlo, mi ha fatto un bene. Quando arrivi ad esordire in prima squadra in Argentina pari come sai fare, qui invece si pensa alla tecnica. Per il mio carattere all'inizio mi sono arrabbiato, poi ho capito.

-Differenza tra il modo di vivere il calcio in Argentina e Italia?

In Argentina si vive cn più passione, non sono tanto professionisti. In Europa invece si concepisce diversamente. La passione c'è sempre, ma i giocatori si prendono cura dell'alimentazione diversamente, anche l'approccio agli allenamenti è diverso.