- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
in evidenza
Un altro anno sta per finire ed è tempo di bilanci. Il Corriere della Sera stila una classifica curiosa, "La classifica dello sport milanese", dove trovano spazio interisti ed ex interisti.
Si parte con "Il più frenetico", dal DNA milanista ma che da vero professionista non ci ha pensato due volte a sedersi sulla panchina degli eterni rivali quando il presidente Moratti lo ha voluto. Stiamo parlando di Leonardo che il CdS definisce così: "Brasiliano, con la passione per Milano. Il 6 gennaio ha cominciato la sua avventura sulla panchina dell'Inter: secondo in campionato, in Champions League fino ai quarti, vincitore della Coppa Italia (finale con il Palermo, 29 maggio). Sembrava l'inizio di una grande avventura, ma non ha resistito alla proposta dell'emiro Al Thani, per rimettere in piedi il Paris St. Germain, con l'incarico di d.t. e budget illimitato. A fine giugno ha saluto il presidente Moratti. A Parigi gli rendono la vita dura, perché lo considerano un italiano. Frenetico come un milanese vero".
Massimo Moratti viene, invece, definito "Il più rigoroso" con la seguente motivazione: "Ha deciso che non si può vivere sempre spendendo il doppio di quello che si incassa. E che le regole vanno rispettate. Così si è adeguato (in parte, perché ha dovuto versare altri 40 milioni di euro per ripianare le perdite) al nuovo corso imposto dall'Uefa, il fair play finanziario e sta cercando in tutti i modi di ridurre i costi di gestione dell'Inter. Una pausa di riflessione, dopo aver vinto tutto nel 2010. Eppure la sensazione è che se ci fosse l'uomo giusto da prendere, Moratti tornerebbe ad essere un presidente meno rigoroso".
Ma c'è spazio anche per lui, l'artefice del Triplete nerazzurro, l'allenatore più forte del mondo che ha fatto grande l'Inter regalando emozioni che i tifosi interisti non vivevano da tantissimi anni. E' lui, il vate di Setubal, Josè Mourinho, "Il più rimpianto" per il CdS. "Gli interisti non riescono proprio a dimenticarlo. Dopo di lui l'Inter ha avuto quattro allenatori e l'unico che si è salvato dalla centrifuga dei rimpianti è stato Leonardo, che aveva scelto di giocare d'anticipo. Lo citava ogni cinque minuti, ricoprendolo di elogi. Gasperini si è fatto autogol, Ranieri, che ha pure parlato al telefono con il grande (ex) nemico almeno due volte, ha ricordato che l'Inter del triplete non c'è più e in molti non hanno gradito. È la verità e comunque Ranieri non si è molto preoccupato delle critiche. Ha (molte) altre preoccupazioni (il terzo posto) e l'esperienza giusta per guardare il mondo con sereno distacco".
E infine lui. "Il più esoso", Samuel Eto'o, che "pur di guadagnare venti milioni (di euro) netti all'anno ha deciso di sparire dal calcio che conta, lasciando l'Inter, dove era diventato indispensabile (37 gol nel 2010-2011), per andare all'Anzhi Makhachkala, nel Daghestan. Avrebbe voglia di tornare, soltanto per un paio di mesi, ma tutto è diventato complicato. Perché i russi pretendono che i contratti vengano rispettati. Lui non vuole ammetterlo, ma ha fatto un errore. Grande come la sua classe".
© RIPRODUZIONE RISERVATA