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«Correrò come un negro per guadagnare come un bianco». Questo è stato lo slogan della lotta al razzismo portata avanti da Samuel Eto’o nel corso della sua brillante carriera.Il Corriere della Sera in edicola quest’oggi allora si pone un interrogativo: meglio le rose delle banane? Andando via da Milano il camerunense va via anche dai “poco simpatici cori dei milanisti”, ma va incontro a tifoserie non meno razziste. Da anni, infatti, sugli stadi russi vola di tutto: banane, ululati, minacce.Roberto Carlos ne sa qualcosa. Per ben due volte è stato vittima di attacchi razzisti e uno come Eto’o, che a Saragozza nel 2006 non uscì dal campo nonostante ululati e noccioline solo perché fermato dai suoi compagni, riuscirà a sostenere una situazione di questo tipo senza dire nulla? I precedenti in Russia non fanno ben sperare: Zico nel 2009 fu costretto a sostituire un calciatore nigeriano (“non era più in grado di giocare per gli insulti”, disse poi) e un anno fa, un altro giocatore nigeriano con passaporto russo, Peter Odemwingie, scappò in Premier League sempre a causa del razzismo e i suoi tifosi lo salutarono con un enorme striscione con su disegnata una banana.
Riuscirà il camerunense a cambiare il calcio russo?
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