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Sono due le coppe Intercontinentali nella bacheca di corso Vittorio Emanuele e la targhetta riportata su entrambe segna due momenti ormai lontani nel tempo e nella memoria: 1964 e 1965. Sono quindi 45 anni che l'Inter non vince la competizione che mette davanti le squadre più forti al mondo, annullando le distanze oceaniche e mettendo a confronto il calcio europeo con il calcio mondiale. Rispetto alla vecchia coppa intercontinentale la formula è cambiata, non più partita secca tra i Campioni d'Europa e Campioni del Sud America, ma una specie di Mondialito che coinvolge le squadre che nell'ultimo anno hanno vinto le varie competizioni continentali; comunque il fascino è rimasto invariato. Fregiarsi del titolo di campioni del mondo vuol dire sancire definitivamente la superiorità di un gruppo sul resto del mondo, vuol dire entrare nella storia. E l'Inter nella storia c'è già entrata per ben due volte. Correva l'anno 1964, in campo contro l'Indipendiente de Avellaneda scendevano i miti della Grande Inter. In Argentina finì1-0 per gli avversari; a San Siro la rimonta con un secco 2-0 firmato da Mazzola e Corso che portarono i nerazzurri allo spareggio di Madrid vinto per 1-0 con rete del solito Corso. L'anno seguente, il 1965, la sfida si ripete, in campo a San Siro contro l'Indipendiente si presentano di nuovo i campioni del mondo: Sarti, Malatrasi, Facchetti, Tagnin, Guarneri, Picchi, Domenghini, Peirò, Milani, Suarez, Corso. La partita finisce 3-0 con i sigilli di Mazzola (2) e Peirò. La vittoria al Meazza conferisce per la seconda volta consecutiva il titolo di campioni intercontinentali ai nerazzurri, in virtù dello 0-0 in Argentina. Ora la storia torna a bussare sulla porta nerazzurra, un'altra grande Inter si appresta ad entrare nella storia, altri 23 giocatori sono pronti a diventare campioni del mondo per iscriversi di diritto nell'Olimpo Calcistico Nerazzurro.
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