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Sul Corriere della Sera di oggi, un bell'articolo a firma Fabio Cavalera difende Mario Balotelli dagli attacchi che in quest'ultimo periodo si trova a fronteggiare in Inghilterra: tifosi, stampa e giocatori, tutti contro Balotelli. Cavalera scrive: «D’accordo, Mario Balotelli ne ha combinate parecchie. Quando la sua testa va in corto circuito, la goliardia stupida e l’emotività prendono il sopravvento e il giovane campione si trasforma nel ragazzino «cattivo» senza freni. Una volta per tutte, però, è il caso di cambiare registro e di cominciare a stare dalla parte del finto «bad boy» espatriato alla ricerca di tranquillità, ora respinto con le maniere brusche. Il calcio inglese è entusiasmante. Vero. Ma è uno star system pieno di prime donne maleducate: lo sono schiere di giocatori-idoli, lo sono i dirigenti che sperperano soldi per bidoni cosmici, lo sono certi giornalisti che hanno la presunzione di essere maestri di etica sportiva ed extrasportiva. Non è il paradiso. È un circolo esclusivo, il calcio inglese, che sopporta a fatica l’anomalia Balotelli, un’anomaliaitaliana. Balotelli non ha il marchio inglese doc. E nulla gli è perdonato. In campo si vedono fallacci assai peggiori delle «balotellate» ma è «gioco maschio». Le caviglie di Balotelli sono lisciate dagli avversari ma è lui che è scorretto. I «compassati» telecronisti invocano sanzioni. I colleghi di Balotelli si trasformano in santi predicatori. La caccia è in corso: il bersaglio è facilissimo. La verità è che il calcio inglese non ha migliorato Mario Balotelli per il semplice motivo che il calcio inglese non è migliore di Mario Balotelli. Anzi. Solo che ammetterlo è un’eresia. Ha frequentato la scuola sbagliata. Meglio che il guascone torni, un colpo per chi lo avrà. Nonostante quel temperamento: innocua spavalderia italiana, non ipocrisia british».
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