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Da Repubblica – Gianfelice e l’anima azzurra di Giacinto Facchetti

Eva A. Provenzano

‘Se no che gente saremmo’ è il libro che Gianfelice Facchetti ha dedicato al suo papà. Della ‘biografia’ edita da Longanesi il giornale ‘La Repubblica’ estrae, nel giorno di Inter-Napoli, la parte in cui si...

'Se no che gente saremmo' è il libro che Gianfelice Facchetti ha dedicato al suo papà. Della 'biografia' edita da Longanesi il giornale 'La Repubblica' estrae, nel giorno di Inter-Napoli, la parte in cui si parla dell'anima azzurra di Giacinto Magno. 

Nel racconto inedito di suo figlio si scopre che l'ex giocatore nerazzurro avrebbe accettato, se mai avesse deciso di lasciare l'Inter, solo il Napoli. 

"C'era molto che riguardasse il Napoli e Napoli nel destino di Facchetti. Perché agli azzurri Giacinto segnò il primo gol in serie A. E al San Paolo ebbe una emozione unica: conquistare con un testa o croce di una monetina il pass per la finale degli Europei che l'Italia avrebbe poi vinto", scrive il giornalista Giovanni Marino. 

Questo è quanto scrive Gianfelice a proposito del rapporto tra Napoli e suo padre: "Papà disse che se avesse mai dovuto lasciare l'Inter gli sarebbe piaciuto giocare nel Napoli, la squadra a cui aveva segnato il suo primo gol in serie A. Il cuore del Sud Italia: niente di più lontano dalla sua nebbia e dai posti che d'inverno inghiottiva, niente di più diverso dalla sua mitezza lombarda che l'istinto partenopeo per cui avrebbe voluto correre. Forse certe cose ognuno di noi le ha ha sempre sapute; al di là delle radici, le strade e le città dei nostri passaggi disegnano una mappa che alla fine del viaggio mostrerà luoghi ricorrenti, scelti o che ci hanno trovato, in cui è rimasto un frammento della nostra anima. Napoli, nella storia di papà, è uno di questi".

LA MONETINA - Giacinto è stato anche l'eroe che portò l'Italia in finale con una monetina. In pochi hanno dimenticato quel momento. Siamo nel 1968 Italia e Unione Sovietica non riescono a superarsi sul campo e per decidere la finalista serve il lancio di una monetina. La lancia Facchetti e l'Italia va in finale. Tutti saltano al collo del loro compagno per festeggiare, tranne lui, il compagno di mille battaglie nerazzurre leggendarie Tarciso Burnich e quando Facchetti gli chiede perché risponde: "Io lo sapevo già come andava a finire, l'ho detto a tutti: va di là Facchetti e quello sceglierà la parte giusta, non avevo dubbi. Ho sempre avuto fiducia in te, Giacinto".

Come tutti gli interisti del mondo.