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Si può essere felici di una partita senza un solo gol? Sembra di sì, rileggendo cronache e ascoltando commenti di Inter-Juventus, ultima edizione, addì domenica tre di ottobre. Sosteneva Gianni Brera che lo 0 a 0 rappresenta il risultato perfetto, significa infatti che le squadre si sono affrontate ma che i loro accorgimenti di gioco, la difesa in breve, sono stati coerenti e costanti; che nessuno dei partecipanti sia arrivato al gol, semmai all’occasione, e che i portieri, in ultima battuta, abbiano compiuto il proprio dovere. Lo 0 a 0 di domenica sera ha soddisfatto chi ha bisogno di questo tipo di emozioni, superficiali, chi, osservando un incontro di boxe, si accontenta della scherma pugilistica e non dei colpi veri che piegano le gambe dell’avversario. Per gli spagnoli, un popolo che va allo stadio per divertirsi con i gol, non soltanto con il quattrotretre e le ripartentze, la partita di San Siro è stata «insipida e noiosa», così ha titolato il quotidiano Marca che aveva la pancia piena del contemporaneo 6 a 1 del Real Madrid sullo sciagurato Deportivo. Ma, come dicono i nuovi profeti della tattica, quello è un altro calcio. Viva lo 0 a 0, dunque, o come scriveva Brera viva l’1 a 1, che non fa male a nessuno.
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