DE SANTIS SAPEVA DELLE INTERCETTAZIONI! E INIZIO’ A FISCHIARE CONTRO LA JUVE…

Prosegue il processo di Calciopoli. Gli argomenti da chiarire? Le indagini sulle «sim» telefoniche segrete acquistate dagli indagati in Svizzera, gli accertamenti sulle partite sospette, il ruolo dell'arbitro Massimo De Santis. A rispondere il colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio, che ai tempi conduceva le indagini. Otto ore di deposizione nelle quali Auricchio si è sottoposto al controesame della difesa di Moggi e di De Santis, l'avvocato Maurilio Prioreschi, l'avv. Paolo Trofino (dell'ex dg della Juve Luciano Moggi) e l'avvocato Paolo Gallinelli (legale dell'ex arbitro Massimo De Santis). Auricchio ha spiegato come ci si limitasse più che altro a esaminare quanto emergeva dalle intercettazioni, che non riguardava nello specifico la valutazione delle decisioni arbitrali (ammonizioni, espulsioni, rigori, fuorigioco ecc.). L'inchiesta confrontava semplicemente gli indizi raccolti dalle telefonate con i tabellini e le cronache delle partite «sospette» . Il fatto che la Juve avesse perso un paio di volte con De Santis come arbitro si spiega facilmente. Auricchio dichiara infatti che De Santis «mutò atteggiamento, voleva sdoganarsi dall'essere visto come un arbitro pro Juve» e questo in quanto nel febbraio 2005 capì di essere sotto indagine per la vicenda della presunta «combriccola romana» di arbitri mentre il mese successivo gli venne notificato l'avviso sul suo coinvolgimento nell'inchiesta calciopoli condotta dalla procura di Napoli.Prioreschi ha poi insistentemente chiesto perchè non sia mai stata intercettata una probabile telefonata tra Bergamo e i dirigenti nerazzurri, della quale si faceva cenno in una conversazione tra lo stesso Bergamo e la segretaria Fazi. Auricchio ha tolto ogni dubbio: "Tutte le telefonate sono state intercettate, trascritte e registrate" Quindi non ci sono telefonate che non siano state messe agli atti.