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Un osservatorio europeo di assoluto prestigio per il derby milanese, dopo Mancini, la cui intervista è pubblicata sulla nostra testata, anche Carlo Ancelotti dice la sua.
Ibra è l’individualità più influente? Se Tevez giocasse, sarebbe altrettanto importante?«Ibra è decisivo come nessun altro perché è il miglior giocatore del campionato italiano e quindi uno dei più forti al mondo in assoluto. Se gioca alla grande, è quasi fatale che la sua squadra prevalga. Forse Tevez non è di questo livello, ma gli sta appena sotto: però ha il carattere che ci vuole per indirizzare le partite delicate come i derby. Carlitos è un grande, credo che farebbe bene sia nel Milan che nell’Inter».
Allegri e Ranieri hanno ottimi bilanci da derby: chi prolungherà la serie vincente?«Entrambe le squadre ci arrivano in salute, ma io considero il Milan leggermente favorito: da tempo non si esprime con alti e bassi ma in modo continuo, è una squadra solida e in queste gare conta. Il fatto che Allegri e Ranieri nei derby vadano forte è curioso, potrebbe essere un caso visto che non ne hanno ancora disputati molti, ma anche il segno di un’abilità particolare: come ho detto tante volte, la preparazione di partite così importanti e sentite consiste nel togliere pressione anziché aggiungerne».
Quali sono gli altri uomini da tenere sotto osservazione in una partita così calda?«I campioni, non si scappa. Il rendimento di Thiago Silva e Boateng sarà centrale, se loro due reggono il Milan gioca sempre in sicurezza. Dall’altra parte aspetto Milito e, immagino, Sneijder. So che Alvarez nelle ultime gare ha convinto, e che il futuro potrebbe essere suo; ma quando arrivano le grandi partite, io mi fido direi filosoficamente dei giocatori che le hanno già giocate, e dun- que sanno maneggiare la pressione, che viceversa può schiacciare un debuttante. Il derby è una brutta bestia».
Quando si affrontano squadre così note, può emergere un protagonista a sorpresa?«È difficile, come si fa a parlare di sorprese di fronte a due organici così ricchi di grandi nomi? Diciamo che Nagatomo è stato una rivelazione, perché è un giocatore molto duttile con eccellenti tempi d’attacco. Per quanto riguarda il Milan, confesso che non mi aspettavo un Nocerino così presente in zona-gol. Nocerino segna perché è il gioco degli inserimenti a portarlo lì».
Qual è il ricordo più piacevole che conserva dei suoi derby milanesi?«Nell’anno dello scudetto ci trovammo sotto 2-0, e fummo capaci di risalire da quell’abisso per andare a vincere 3-2. Non dimenticherò mai i gol di Tomasson, Kakà e Seedorf, né le sensazioni di quella partita incredibile. Ecco, quella è la Partita. Il Gol, invece, lo segnò Shevchenko nella semifinale di ritorno di Champions League. Pesando tutti i derby ai quali ho avuto la fortuna di partecipare, quello fu certamente il più importante: la porta d’accesso al trionfo di Old Trafford sulla Juventus».
Quanto conterà la differente situazione di classifica di Milan e Inter?«Niente. In gare del genere la classifica non conta, anche se è vero che il Milan ha due risultati su tre. Giocherà per vincere, però; un po’ perché i derby si interpretano così, un po’ perché al momento il suo riferimento è la Juve, e un pareggio la lascerebbe scappare di nuovo. E poi è presto per fare calcoli. Visto dall’altra parte, l’Inter non ha problemi di gestione del risultato, o vince o è fuori dal giro scudetto. Derby o non derby, deve fare tre punti sempre; e la serie in corso dimostra che vuole provarci».
Un tempo il derby di Milano era la partita più importante del mondo. Oggi quanto vale? «Milan-Inter è la partita più importante d’Italia, e già questo non è poco. Sulla scacchiera mondiale, onestamente la Serie A è finita dietro a Liga e Premier, e dunque bisogna riconoscere che Barcellona-Real Madrid sta sopra, e che anche gli scontri diretti del campionato inglese contano di più. Lì non c’è una partita dominante, contano il derby di Manchester e i molti che si possono giocare a Londra, ma anche gli scontri tra Chelsea e Arsenal da una parte, e dall’altra i due Manchester e il Liverpool».
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