Roberto Mancini sta disegnando un’Inter tutta muscoli e la nuova idea che porta a Mario Suarez calza a pennello. E’ vero, lo spagnolo non è esattamente quel tipo di centrocampista che incanta le pupille o illumina con giocate geniali. Ma era l’uomo perfetto per il calcio militarmente organizzato dell’Atletico Madrid: un soldato fedele agli ordini del Cholo Simeone, che si piazza in mezzo al campo e smazza tutto lo smazzabile, in terra e in aria. Aiutato dalla stazza, Mario Suarez è utilissimo nelle respinte di testa (sia sui rilanci a metà campo, sia sulle situazioni da palla inattiva nella propria area). Meno sugli inserimenti nei sedici metri avversari: da lui, non aspettatevi gol. Mario è infatti prima di tutto un mediano di rottura: essendo il calcio del Cholo soprattutto un dispositivo (quasi) perfetto in fase di non possesso, si capisce come il nuovo interista fosse particolarmente utile, in particolare nel periodo iniziale di costruzione del nuovo Atletico di Simeone.Nell’Atletico, Suarez si è sempre limitato – per sue stesse caratteristiche – all’essenzialità, recupero e distribuzione rapida, anche se non disdegna il break palla al piede sfruttando progressione e fisicità (e comunque di solito condotti solo con il destro). Se dovessimo spendere un paragone, lo potremmo fare con Busquets, l’uomo dell’equilibrio nel Barcellona dei fenomeni (e è infatti in quel ruolo che Mario Suarez è entrato nel giro della nazionale spagnola). Si parlava della fedeltà alla causa cholista, che predica l’aggressione agonistica come cifra di gioco. Sarà anche per questo che il «4» dell’Atletico ha un’eccessiva familiarità con i cartellini (nove ammonizioni in 20 partite di campionato lo dimostrano). È probabilmente su questo aspetto che il Mancio dovrà limare di più. Per il resto, Mario Suarez è pronto ai nuovi ordini.
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Ecco chi è Mario Suarez: il regista per l’Inter scelto da Mancini
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