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Felipe Melo: riecco il lato oscuro della forza. Il brasiliano ieri ha deluso Mancini

Nella gara di ieri sera contro la Lazio si è palesata in maniera inequivocabile la doppia personalità di Felipe Melo e purtroppo sono usciti il lato negativo del carattere e della personalità del centrocampista brasiliano. Il nerazzurro non è...

Riccardo Fusato

Nella gara di ieri sera contro la Lazio si è palesata in maniera inequivocabile la doppia personalità di Felipe Melo e purtroppo sono usciti il lato negativo del carattere e della personalità del centrocampista brasiliano. Il nerazzurro non è mai entrato in partita e in aggiunta ha commesso due stupidaggini in un pugno di minuti: prima è saltato addosso a Milinkovic in piena area poi ha fatto il Cantona sulla gola di Biglia. Mai in partita, Felipe Melo. Mai credibile dentro una serata sbagliatissima.E pensare che nelle sue corde, nelle parole del brasiliano, c’era un concetto: mai entrato per spaccare o per far male a qualcuno. Il piede stavolta è rimasto alto, troppo alto: è comparso il Mister Hyde di se stesso, lui che ha fallito la serata dai primi approcci, quando pareva una brutta copia del giocatore che Mancini aveva voluto con sé perché sapesse dirigere, dare personalità, spessore e senza troppe stupidaggini. Ma la stupidaggine Felipe Melo l’ha fatta doppia. Condita da ingenuità assortite sparse in qua e in là nel match. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, Mancini ha sempre e costantemente creduto in Felipe, con lui ha scalato le montagne a Istanbul. Prenderlo o non prenderlo, idolo o non idolo, trascinatore o inattendibile perché prima o poi ne combina sempre una. Mancini l’ha preso all’ultimo tuffo del mercato estivo: l’ha voluto e chiesto per due mesi, garantiva lui. Ora se ne sente responsabile, fors’anche per non averlo sostituito prima. Lui, Felipe, è lo spartiacque-man: innocentisti o colpevolisti. Ad inizio anno era stato al centro della polemica perché Mpoku (Chievo) si era rotto lo zigomo o anche perché Pazzini (Verona) era uscito da uno scontro con la caviglia gonfia. Ecco, in quei casi Felipe si prese il dito accusatorio addosso senza però avere responsabilità piena.