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Di lui dicono che non abbia allenato grandi squadre. Mister Gian Piero Gasperini è pronto a smentire tutti sul campo. Intanto spiega il suo modo di lavorare, il suo modo di essere in un’intervista riportata dal Corriere della Sera.
I GIOVANI - “Lavorare con il settore giovanile è stata una palestra importantissima, l’ho fatto a tutti i livelli, a partire dai bambini e ho imparato tanti metodi di allenamento. Dal mio punto di vista è il percorso migliore. Ed è anche abbastanza comune. Solo negli ultimi è spuntato chi è partito allenando direttamente i grandi", spiega.
ZERO DUBBI - Poi racconta: "Il primo incontro con Juric (il suo attuale vice,ndr) è stata una mezza zuffa: non voleva più restare al Crotone, mugugnava. Dovevamo giocare un derby con il Catanzaro e l’ho mandato in tribuna. Abbiamo vinto ed è rimasto. Poi l’ho avuto sette anni come giocatore e ora l’ho portato con me all’Inter. Mi dicono che ho allenato poche squadre, ma io credo di essere pronto al passaggio in una grande. Se rapporto il mio curriculum a quello di tanti altri allenatori, posso ritenermi soddisfatto".
SE NON CORRI NON GIOCHI - "Il nostro calcio soffre da qualche anno, lo dicono i risultati in campo - sostiene il Gasp - internazionale e quelli dell’Italia: è un giardino che non dà più frutti, va rivisto nel complesso. Bisogna che torni a essere anche passione, voglia di appartenenza, di costruire i ragazzi, magari di riproporre la gavetta di cui parlavamo prima. Il mio gioco è troppo dispendioso? Chi lo dice è responsabile della cattiva mentalità che è diffusa nel nostro Paese: chi pensa di giocare a calcio non può che correre. Se diciamo il contrario è come se dicessimo ad un nuotatore che può nuotare senza restare a galla".
POLMONE NERAZZURRO- "L'età dei miei calciatori? Giocatori di 30-31 anni possono essere al massimo della loro condizione, Possono perdere un po’ in velocità, non certo in esperienza, forza, resistenza e tecnica. C’è Zanetti per fortuna... ma non solo lui: in tutti gli sport la carriera si è allungata. Un uomo di 30 anni ha mille vantaggi su un ragazzo di 20, a parte la velocità”, continua il titolare della panchina interista.
QUESTIONI DI FAMIGLIA - Nel corso dell'intervista 'Gasperson' parla anche di sè, della sua vita familiare: "I miei figli non sono calciatori? Giocano per divertimento, hanno seguito altre strade, io non sono mai intervenuto nelle loro scelte. Il calcio dà tantissimo, ma per tanti diventa un'illusione. Poi c'è la scuola che per gli altri sport non è un problema per il calcio si, perché impongono ai bambini di viverlo in maniera esasperata. Le regole del gioco, il campo, tutto quello che è regola è la parte, a livello educativo, da salvare".
E QUESTIONI DI CARATTERE – “Io permaloso? Si lo sono con le persone che sparano sentenze e non sono neanche preparate. Malibero dopo il calcio. È vero però che ho diversi amici tra i comici, con cui passo serate divertenti. Maurizio Lastrico (appare spesso a Zelig.ndr), per esempio: qualche anno fa non aveva il biglietto per un derby di Genova, l’unico posto era dentro il pupazzo del Grifo. Nella festa sotto la curva mi ha steso a terra, io non sapevo fosse lui: ha rischiato che lo menassi”.
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