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Impietosa la Gazzetta, ma si sa che quando uno perde non può fare altro che assumersi le responsabilità della sconfitta ed andare avanti lavorando a testa basso. Così il giorno dopo questo disastroso esordio in serie A dell'Inter targata Gasperini, come era facile ipotizzare, non si risparmia la fucilazione del mister nerazzurro reo, a detta della Gazza, di aver condannato da solo la squadra alla sconfitta.
Secondo la rosea Gasperini non avrebbe azzeccata una, né prima del match, né a partita in corso. Queste sono le critiche principali mosse all'ex tecnico del Genoa:1)in fase difensiva c’è un uomo in più sottratto al centrocampo perché Jonathan e Nagatomo sono comunque dei difensori ma siccome sono chiamati a spingere quando si fanno beccare fuori posizione i tre centrali devono coprire spazi troppo ampi (e Lucio e Samuel non sono degli scattisti);2) inutile presentare tre attaccanti se poi i due laterali devono rientrare a inseguire Pisano e Balzaretti, cioè i terzini avversari:sia Zarate che Forlan hanno spiccate attitudini offensive e quando c’è da coprire non vanno al di là della buona volontà;3) assurdo tenere fuori Sneijder, cioè il centrocampista più lucido, ed è ancora più assurdo tenerlo inchiodato sulla fascia quando si decide di utilizzarlo.
Anche la scelta dei cambi non sembra convincere il quotidiano sportivo: Zarate sostituito così presto che tanto valeva non schierarlo e Obi e Alvarez che portano sì pericolosità offensiva, ma riducono ulteriormente le capacità difensive di una squadra già in netta diffiicoltà quando il Palermo attaccava.
E' facile attribuire tutte le colpe al tecnico, ed è giusto così d'altronde, almeno in Italia. Però andrebbe ricordato come sul primo gol di Miccoli Lucio si stesse facendo una dormita colossale mantenedo in gioco l'attaccante rosanero e come i due gol finali del Palermo fossero arrivate nel miglior momento nerazzurro e con netta complicità di un Julio Cesar in ritardo e colpevole sia sulla punizione di Miccoli, ma soprattutto sul tiro non irresistibile di Pinilla.
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