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Napoli contro Inter non può non essere Higuain contro Icardi, sfida che è anche un duello in chiave nazionale dove l’interista ora è chiuso da troppi fuoriclasse. Ma la carta d’identità è con lui, con quei 5 anni di differenza.
Il centravanti del Napoli al San Paolo fa paura: in sei gare ha segnato 7 delle 10 reti. Ora è anche continuo. Ed insieme ai gol ha ritrovato pure il sorriso. Merito di Sarri? Può darsi. Se non per intero, ma per buona parte sicuramente l’allenatore ci ha messo del suo. Oggi, il Pipita è un ragazzo felice, che gioca e si diverte, una tranquillità che gli sta consentendo di abbattere tutte le difese avversarie.
Icardi in compenso ai piedi avrà dei nuovi scarpini su cui ha marchiato i nomi dei figli. Sabato si è anche fatto un altro tatuaggio, sulla gamba destra. Quella con cui in marzo calciò con la beata incoscienza dei predestinati il cucchiaio che al fotofinish sancì la rimonta interista dopo i gol di Hamsik e Higuain. Mauro ieri ha twittato il video di quel rigore, tirato pure con un raggio laser negli occhi. Perché sarà anche a 6 reti del rivale, faticherà a trovare l’intesa con Jovetic, avrà pagato con una dolorosissima - lo ha appena ammesso - panchina con la Roma quelle frasi post Bologna («Segno poco? Ma se ho ricevuto quattro palle gol e fatto tre centri!»), ma quanto a sangue freddo e voglia di migliorarsi non teme confronti con nessuno. Accusato di essere solo un animale d’area, da quando è arrivato Mancini lavora per completarsi.
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