La metamorfosi di Guarin è lamapante e il destino nel calcio a volte è incredibile. Solo un anno fa di questi tempi il Gauro, a Livorno, mandava in porta l’avversario Innocent Emeghara per il più suicida dei pareggi. Dopo un anno esatto il colombiano trascina l’Inter a Bergamo con una prestazione sontuosa figlia anche di ottime prestazioni in precedenza. Ovvio che tanto di tutto ciò lo deve anche a mister Mancini perché è ormai lampante che con Mazzarri il feeling non era scattato. Ora è un giocatore diverso e da faro intermittente,è diventato la luce dell’Inter. L’uomo con la valigia ora sbuffa, copre, difende e fa il leader e il merito sta anche nel manico. Per Mancini invece l’ammirazione è sconfinata.Anche per come il tecnico gli sta addosso dal primo giorno per fargli ritrovare l’entusiasmo perduto. In più la posizione in campo; da quando l’Inter è passata a giocare a rombo con Medel basso, Shaqiri trequartista e la coppia di interni Guarin-Brozovic l’Inter si è finalmente data una mossa. La strada per tornare in alto è ancora lunga, ma se fai 4 gol a Bergamo malgrado un attacco ingolfato è anche perché un «tuttocampista» come il Guaro ce l’hanno in pochi.
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Guarin nel segno della doppia M: cambio di modulo e per Mancini è leader
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