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Uno lavora su una sponda del Naviglio. L'altro sull'altra. Leonardo e Max Allegri, rispettivamente gli allenatori di Inter e Milan. Dopo il pari con il Brescia e quello con il Bari sono finiti nel mirino della critica come 'debuttanti al ballo'.
Il Giornale ci va giù pesantino: "In due - scrive Riccardo Signori - non ne fanno uno". E il riferimento è ovviamente a tecnici come Ancelotti, Capello, Sacchi, Herrera e 'perfino' Mourinho (si la parola usata è proprio perfino, come se Mou non fosse poi questo granchè di mister).
A quanto pare il primo e il secondo posto ai due non servono per evitare critiche e rimproveri. Perché per essere un allenatore vero - dicono da 'Il Giornale' - serve saper dimostrare qualcosa soprattutto nei momenti difficili.
"Eppure uno parla da scienziato e l’altro da illuminato. Ma non basta", avvisa il giornalista.
Le colpe di Allegri sarebbero quelle di non aver fermato Ibra, averlo costretto a giocare contro l'ultima della classifica e "se lo è giocato così, maldestramente ed ora è perso pure per il derby. Domanda: quale è la partita clou per credere nello scudetto? Il derby. E, allora, meglio godersi Ibra in campo, magari riposato? O perderlo contro il Bari, rischiando pure di perdere la partita? Il Milan contro il Tottenham non è stato perfetto: l'italiano può diventare un bravo tecnico, ma deve completarsi", si legge nello stesso articolo.
"Leo per vincere 11 partite su 14 - pure lui - è costretto ad affidarsi ai solisti e non all'orchestra. A Brescia è mancata una buona strategia nel secondo tempo e la sostituzione di Pazzini non s'è capita", dice ancora il giornalista.
E non finisce qua perché il brasiliano si è macchiato del reato di aver voluto schierare Milito in campo contro la Roma e non aver aspettato la sua completa guarigione. "Pare in balia dei giocatori", sentenzia Riccardo Signori nel suo pezzo.
L'articolo - che vi abbiamo sintetizzato - conclude così: "Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. E per Leo, passato all’Inter, anche peggio. Se Milan e Inter stanno rendendo il campionato così incerto, il merito va ai demeriti. Quelli degli allenatori compresi".
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