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Condivisibile e puntuale analisi operata su Il Giornale di oggi da Riccardo Signori: «Nel calcio, come nella vita, c’è nobiltà e nobiltà, sangue e sangue: vincente, perdente, banale omai banale. L’Inter appartiene ai mai banali. Un titolo di pregio, non di disprezzo.Non c’è squadra e società al mondo che sappia interpretare il ruolo con tale diversità e fantasia di comportamenti, che poi si ricollegano a fatti e personaggi. Ecco perché oggi pensare che l’Inter si rifugi nell’eterno gioco “cambio-non cambio” è far tortoalla sua imprevedibilità. Ieri in tanti si saranno immaginati Moratti già al telefono quando le agenzie hanno scandito il licenziamento di Andres Villas Boas che già conosce squadra, società e compagnia. Già, perché aver distrutto il Chelsea è assolutamente ininfluente ai fini degli orizzonti interisti. Villas Boas è l’ideale alter ego di Mourinho. Figuratevi la goduria delle disperate vedove Mou. Ma può permettersi, Moratti, di allungare la serie dei suoi esonerati e non venir accusato di ridicolaggine? Non i tecnici da lui esonerati. No, di quelli che esonerano gli altri e lui va a pescare: Mourinho arrivò all’Inter cacciato da Abramovich, Gasperini è stato messo da parte dal Genoa, Leonardo spedito dal Milan. E non molto diversa nella sostanza fu la vicenda fra Benitez e il Liverpool.Atutto c’è un limite. L’Inter forse ha sfiorato il ridicolo sul campo. Eviti il resto. Ranieri non ha più futuro. Ma l’oscar del mai banale prevede un’altra conclusione. Villas Boas lasciatelo alle vedove, almeno per ora».
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