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Juan Jesus, nel corso della sua partecipazione ad un programma tv brasiliano (Quero ser jogador), ha raccontato come è approdato all'Inter. FCINTER1908.IT ha ascoltato tutto l'intervento del centrale nerazzurro:
"Tutti sanno che a 16/17 anni, se sei forte, già sei stato scelto da qualche squadra importante.
Erano un po' di anni che militavo all'Internacional, mi piaceva la figura di del presidente, di tutto lo staff dell'Internacional, mi hanno fatto crescere come giocatore ma scelsi di andare all'Inter perché mi presentarono un buon progetto, perché avevo un futuro garantito.
La prima volta che andai a Milano, faceva un freddo incredibile, non sapevo parlare, stavo seduto ad un ristorante e non riuscivo a capire il menu, non sapevo niente, non capivo niente. “Dove sono capitato", ho pensato. Grazie a Dio nella squadra c'erano Lucio, Julio Cesar, Maicon, Thiago Motta che iniziarono a dirmi, “questo si dice così”, “quest'altro si dice in questo modo”.
Grazie anche al loro aiuto sono stato sempre capito dal personale di fisioterapia, dal personale della cucina.
Sapevo che dovevo aspettare 6 mesi per giocare perché nell'Inter c'erano più di 2 extracomunitari, dovevo aspettare, comunque continuavo negli allenamenti, poi nell'ultima partita l'allenatore mi fece entrare per 2/3 minuti e fu contro la Lazio e toccai solo una volta la palla.
Lo stesso anno fui convocato nella nazionale brasiliana di categoria, e quando tornai all'Inter sono entrato e non sono più uscito, il primo anno ho giocato praticamente tutte le partite, sono stato il secondo che ha giocato più partite nella squadra.
Crescevo ogni giorno, capivo e parlavo di più l'italiano, vivere fuori dal Brasile mi ha fatto crescere tanto.
Cominciai a giocare bene, a prendere confidenza con il calcio italiano, così l'allenatore iniziò ad avere più fiducia su di me, e nel campionato 2013/2014 ho giocato in tutte le partite, praticamente ne ho saltate solo 2, in uno perché sono stato espulso e l'altro perché l'allenatore ha pensato di far giocare qualcun altro.
Grazie a Dio tutto bene, sono felice.
Mi piace giocare a calcio, ci si rispetta, sei conosciuto, se vai in centro la gente ti chiede una foto, è molto gratificante, non è come quando si giocava in mezzo alla strada. Mi piace la vita che conduco in Italia, è una buona esperienza ma non è che adesso che sono all'Inter posso rilassarmi, devo sempre lavorare, lavorare per crescere".
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