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La Juventus, venti minuti in serie A ed il caso doping. Così il quotidiano tedesco “Die Welt” riassume il legame calcistico fra la famiglia Gheddafi e l’Italia del pallone in questi difficili giorni di scontri e voglia di libertà per il popolo libico.
Interessante dover trovare in Germania un articolo a questo proposito, in un momento in cui tutti cercano di prendere le distanze dal dittatore libico e per ragioni di opportunismo fanno finta di dimenticare i rapporti con l’Italia ed il calcio Italiano.
Da qualche giorno nel bellissimo palazzo della Borsa di Milano in Piazza Affari, gli operatori registrano un vero e proprio crollo del titolo della società Juventus s.p.a.In pochi giorni infatti il titolo ha perso il 6%, proprio nello stesso periodo in cui sono iniziati i problemi in Libia. Non tutti sanno o ricordano che Muammar Gheddafi possiede il 7.6% delle azioni della Vecchia Signora ed è proprio lui il secondo azionista in ordine di importanza. Basti ricordare anche le recenti sponsorizzazioni sulla maglia dei bianconeri dello stesso gruppo di Gheddafi in campo petrolifero. In termini finanziari la crisi del dittatore libico potrebbe rappresentare un grosso problema per la società torinese.
Ma non finisce qui…uno dei figli di Muammar Gheddafi, Al Saadi, è pure riuscito ad esordire in serie A con la maglia del Perugia nonostante fosse considerato un giocatore di certo non adatto a giocare nemmeno nelle categorie inferiori.“Al-Saaidi un calciatore ? non fatemi ridere” disse Francesco Scoglio che proprio qualche anno fa allenò la nazionale libica per qualche tempo. Anche per questo motivi, il tecnico di Lipari venne presto allontanato dalla Libia.Oggi Al-Saaidi possiede la squadra dell’Al-Ittihad, famosa per diversi scandali arbitrali visto il potere economico e politico della società.
Nel 2002 Saadi era membro del consiglio di amministrazione della Juventus per poi improvvisamente giocare in serie A nel Perugia. Un giorno si presentò al campo di allenamento con la sua Lamborghini Gallardo dicendo: “Voglio dimostrare, che non sono come tutti pensano ed il calcio è il miglior modo per dimostrarlo”.Nel 2004 finalmente riuscì ad esordire per qualche minuto in serie A. proprio contro la Juventus.Conclusa l’esperienza a Perugia, ecco poi 11 minuti giocati con l’Udinese contro il Cagliari.
Ma la carriera in serie A non proseguì a lungo: 3 mesi di squalifica per doping (si difese dicendo che era un prodotto contro il mal di schiena) e 400.000 Euro di multa per non aver pagato il conto in un hotel di lusso.
Nei mesi scorsi ancora qualche rumors per una possibile vendita del Milan proprio alla famiglia Gheddafi, ma non se ne fece nulla.
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