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“Come fa l’Inter a spendere così tanti soldi per un giocatore se è la società italiana più nei guai con il Fair Play Finanziario?”. Questa è la domande che, maliziosamente, è stata posta dopo l'acquisto di Geoffrey Kondogbia da parte dell'Inter.
Il francese è costato 35 milioni per il cartellino più 4 netti (più bonus) al giocatore per 5 anni.
SI PUO' FARE - Si è speso tanto per Kondogbia e sono circolate anche cifre più alte rispetto ai 35 mln citati in questo articolo. Tutti, interisti e non, si sono chiesti che fine ha fatto il fair play finanziario che ha portato l'Uefa a punire l'Inter con una multa e altre sanzioni. E in questo blog si legge: "Non corrisponde a verità sostenere che l’Inter non possa fare un qualsiasi acquisto a causa dei vincoli del Fair Play Finanziario e delle restrizioni alle quali l’ha sottoposta l’Uefa. Si poteva comprare Yaya Touré e si è potuto comprare Kondogbia. Le restrizioni dell’Uefa (che fra poco vedremo meglio nel dettaglio) richiedono solamente dei saldi di fine mercato e/o di fine bilancio più o meno precisi fra entrate e uscite, ma come ci si arrivi è a totale discrezione della società. Estremizzando, non c’è nessuna restrizione che impedisca all’Inter di comprare Messi… certo, per permetterselo senza infrangere il FFP probabilmente la società sarebbe costretta a vendere tutto il resto della rosa e giocare il campionato con 10 giocatori della Primavera più lui. Ma l’acquisto in sé non andrebbe contro alcuna regola…".
L'EUROPA CONTA SEMPRE - Viene spiegato anche che se l'Inter farà una grossa campagna acquisti non sarà perché quest'anno non va in Europa: "Non è vero per due motivi: il primo è che l’Uefa ha ben specificato nei documenti ufficiali che tutte le sanzioni (meno quella economica) non vengono sospese per l’esclusione dall’Europa e quindi gli obiettivi di bilancio richiesti all’Inter per il 2015/16 devono essere raggiunti senza se e senza ma, pena un rischio concreto di esclusione dalle coppe europee 2016/17 (chiedere allaDinamo Mosca per informazioni…);
il secondo è che la pena pecuniaria di 20 milioni (di cui 14 possono essere abbuonati in caso di “buona condotta” al termine del primo anno di controlli) - e anche questo è ben specificato nei documenti ufficiali pubblicati dall’Uefa -non è un pagamento che l’Inter fa ma è una ritenuta sui premi conquistati nella prima stagione nella quale la società di Thohir tornerà in Europa. Ciò vuol dire che non andando in Europa quest’anno l'Inter ha 0 premi Uefa e quindi 0 di multa. Si fosse qualificata almeno alla fase a gironi avrebbe avuto un introito minimo stimabile in circa 10 milioni di premi (al quale aggiungere gli incassi delle partite casalinghe, che sarebbero finiti direttamente nelle casse nerazzurre) di cui 6 sarebbero finiti all’Uefa e gli altri 4 sarebbero rimasti all’Inter. Oltretutto la multa non sarebbe stata comunque conteggiata negativamente ai fini dei calcoli sui vincoli del Fair Play Finanziario, quindi l’Inter avrebbe avuto una quindicina di milioni in più nel conto economico per raggiungere gli obiettivi economici stagionali, soldi che ora sarà costretta a reperire da altre parti (aumento ricavi, taglio costi, mercato…). In conclusione: andare in Europa League sarebbe stata un’ottima notizia per l’Inter, non uno svantaggio…".
L'Inter deve chiudere il 2016 con un rosso di bilancio massimo di 30 milioni. Ipotizzando, come da stime di quotidiani specializzati, che l'Inter nel 2016 parta da un meno 80, serve reperire 50 milioni di euro per poter rientrare nei meno 30. Come?
Ci sono 3 modi: aumentando i ricavi, diminuendo i costi e operando sul mercato. I primi due punti saranno chiari solo quando l'Inter renderà pubblico il bilancio, sul terzo punto vediamo come si sta muovendo la società. Considerando l'acquisto di Kondogbia a 35 milioni e quello di Miranda in prestito biennale, si nota subito come (al momento e conteggiando la cessione di Kovacic a 25 milioni) l'Inter abbia addirittura UN ATTIVO DI BILANCIO DI 15,6 MILIONI DI EURO sul bilancio 2016. Le formule con cui vengono acquistati i calciatori hanno un peso decisivo e l'esempio è proprio Miranda, che peserà sul prossimo bilancio in maniera molto contenuta vista la formula del prestito.
Per "salvare" Kovacic, quindi, serve un autentico Ausilio show, perché il ds dovrebbe garantire all'Inter cessioni che valgano almeno l'impatto della sola cessione del croato, quindi 22,5 milioni (ipotizzandola fatta a 25 mln) sul bilancio 2016 (tra plusvalenza, risparmio sull'ammortamento e ingaggio).
Ecco la tabella che spiega l'impatto di acquisti e cessioni sul mercato nerazzurro (fino a questo momento):
Vademecum:
PL/Min sono le plusvalenze o le minusvalenze create dalle cessioni, Ing. l’ingaggio lordo, Anni gli anni di contratto, Amm. l’ammortamento, Costo il costo totale dell’operazione fra cartellino e ingaggio pluriennale, mentre la colonna finale segnala l’impatto finale dell’acquisto o della cessione di ogni giocatore sul bilancio dell’anno corrispondente calcolato rispetto all’anno precedente (alcuni conteggi relativi alla colonna finale ricadono in casi particolari costruiti per tenere in considerazione i mesi di stipendio effettivamente pagati ai giocatori nel corso della stagione 2014/15).
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