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L’Inter (e l’Italia) ai tempi del FFP. Da Eto’o a Kovacic…

Sabine Bertagna

Il calcio italiano di questi ultimi anni deve molte delle sue decisioni sofferte al Financial Fair Play stabilito dalla Uefa. L’impossibilità di spendere somme di denaro superiori a quelle guadagnate, ha messo dei limiti enormi alla...

Il calcio italiano di questi ultimi anni deve molte delle sue decisioni sofferte al Financial Fair Play stabilito dalla Uefa. L'impossibilità di spendere somme di denaro superiori a quelle guadagnate, ha messo dei limiti enormi alla gestione di stipendi importanti e ha di fatto allontanato molte stelle dall'Italia. Ne sa qualcosa l'Inter che nel 2011 ha dovuto cedere Eto'o. Sul Corriere della SeraMonti analizza la situazione nerazzurra in relazione al contenimento delle spese. "Per l’Inter la diminuzione è stata di 50 milioni e ha ancora in eredità dalla squadra del triplete alcuni stipendi molto alti, che andranno spalmati (Cambiasso e Milito). Proprio per la questione degli ingaggi onerosi, la società ha scelto di cedere Julio Cesar e Maicon." A gennaio è stato ceduto anche Sneijder. Motivo? Ingaggio e contratto non più sostenibili.

Ma questo non è solo un problema dell'Inter. Anche il Milan ha dovuto separarsi da Thiago Silva e Ibrahimovic, mentre la Juventus, pur avendo lo stadio di proprietà, fa comunque fatica. In Italia, tolti i diritti televisivi, il panorama è piuttosto statico. L'Inter a gennaio ha acquistato Kovacic. Ha speso 11 milioni, ma essendo un ragazzo giovane e di prospettiva ha potuto contenere lo stipendio. Il Bayern non solo ha speso 37 milioni per un giocatore come Goetze, ma gli ha potuto garantire un ingaggio di 7 milioni. Uno sproposito, se pensiamo al calcio italiano. Monti fa un ultimo esempio, che spiega perfettamente l'attuale situazione. L'Inter era arrivata per prima su Lucas, poi sono arrivati i soldi del Psg. Senza poter investire budget extra per la società nerazzurra e in generale per le società italiane la concorrenza sul mercato si fa davvero difficile. Tempi duri.