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Andrea Sorrentino de La Repubblica analizza, come di consueto, la prestazione nerazzurra che ieri ha permesso di battere il Catania di Maran:"Stramaleontica, efficace ai limiti del cinismo, un filino fortunata negli episodi decisivi, in paurosa crescita di autostima. L’Inter ha preso a volare. Anche col tridente pesante Palacio-Cassano-Milito, ovvero la qualità elevata a sistema. Mentre si registrano le prime petizioni per chiedere a Sneijder di prolungare fino a Natale gli ozi californiani (quinta vittoria consecutiva senza di lui, ma pare che stia tornando in Italia), il 2-0 al Catania certifica che i nerazzurri sono una squadra a tutto tondo, in grado di piegare le partite alla propria volontà, dettagli inclusi. L’Inter sa soffrire nel primo tempo, quando i sapienti cambi di gioco del Catania e la superiorità numerica dal lato di Marchese e Almiron la mettono in difficoltà, eppure lo chiude in vantaggio grazie a Cassano (splendido lancio di Cambiasso e colpo di testa schiacciato in rete). Poi sa inquadrarsi meglio nella ripresa, in un 4-4-2 più razionale a blindare il fianco destro traballante, con Stramaccioni che al solito legge con lucidità ogni situazione e un intelligente Milito che giostra da trequartista sfornando assist fino a quello che chiude la partita, per Palacio, il cui controllo in corsa e sinistro volante è una magnifica gemma di pura tecnica calcistica. Tra i dettagli che si piegano alla volontà interista, l’errore di Almiron al 7’ (spara alto davanti a Handanovic dopo un buco di Ranocchia), quello di Izco al 45’ (colpo di testa solo in area: a lato) e al 30’ st quello dell’arbitro Russo (in collaborazione col giudice di porta Massa) che non vede un rigore solare di Guarin su Gomez nell’unica disattenzione nerazzurra della ripresa, dopo un corner a proprio favore. Ma in assoluto è un’Inter sempre più pesante nell’economia del campionato: presente a se stessa, umile nel saper interpretare le proprie sbavature e risolvere i problemi in corso d’opera, ma sicura di sé perché consapevole di avere sempre tre maghetti nell’area avversaria. E con un allenatore che prepara ogni gara con la meticolosità del secchione che vuole solo il trenta e lode, nel nostro caso studiando le caratteristiche di ogni avversario: dalle lunghe sedute al dvd sbuca l’idea di dirottare il mancino Obi a destra sulle tracce del temuto Gomez, perché Gomez «è uno che soffre i difensori mancini che gli chiudono l’interno, dove lui va sempre», e in effetti il Papu si vedrà meno del solito, rigore a parte. Poi c’è il Cassano che inventa calcio elegante per 45’ prima di spegnersi, il Palacio di lotta e di governo che quando ha finito le energie chiude la gara, un Cambiasso vero leader e soprattutto la difesa, ora blindata: per la prima volta da marzo l’Inter non prende gol in casa, e in assoluto non ne incassa per la terza volta nelle ultime quattro gare. Strama ha trovato il modo di domare la bestia e adesso gli sta spuntando in viso un sorrisetto malandrino, che la serie A dovrebbe cominciare a temere. Poi domani è un altro giorno, e si vedrà".
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