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Interessante articolo del Corriere dello Sport, stamane in edicola, sulla carriera di Walter Mazzarri, da giocatore a tecnico affermato.
L'ex tecnico del Napoli, nel 1994 appende le scarpette al chiodo, dopo una non esaltante stagione alla Torres. Giocatore di baso livello, non fa nulla per farsi ricordare nella storia. Trequartista con vocazione al rimpianto. Voleva essere Antognoni. Gli riuscì il ciuffo, il resto no. Vale anche per lui: se oggi non fosse chi è saremmo qui a chiederci: ma te lo ricordi quel Mazzarri, che fine ha fatto?
La carriera di allenatore, inzia nel 1999, Renzo Ulivieri, che lo conosceva dai tempi del Modena per averlo allenato, lo chiama e gli affida la primavera del Bologna, dove tre anni prima aveva comiciato come preparatori dei portieri.
Nel 2001, insieme al suo inseparabile Nunzio Papale, che è ora il preparatore dei portieri, prende la guida dell'Acireale. Ma è nella stagione 2003/2004 che avviene la sua consacrazione; Walter è a Livorno, a due passi da casa. Al suo primo anno in serie B viene promosso subito, Cristiano Lucarelli (che nello spogliatoio gli nasconde le sigarette) e Igor Protti la coppia d'attacco: impresa storica, erano cinquant’anni che in città mancava la A. Nel 2009 l'approdo al Napoli; se ne va dalla Sampdoria, dopo un biennio, rapporto chiuso consensualmente. Se c’è, il veleno è sotterraneo. Sembra destinato al Palermo. Salterà tutto. Tornerà in pista ad ottobre, sostituendo Donadoni al Napoli. Nel 2011, il Napoli di Mazzarri si qualifica per la Champions League a ventuno anni dall’ultima volta, nell’era maradoniana. Garcia viene premiato come allenatore dell’anno in Francia. Mazzarri viene premiato dagli allenatori di Arezzo con il Timone d’Oro. (Beh, qui qualche differenza c’è).Ora vuole vincere a Milano. Chi ben comincia...
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