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"Attenzione, concentrazione, ritmo e vitalità". E' l'incipit di una canzone della Bandabardò, ma è pure il mantra che dovrà tenere a mente l'Inter da qui fino alla fine della stagione. I minuti finali di ogni gara stanno diventando da 'se mi rilasso collasso, mi manca l'aria e l'allegria". Perché a volte si rischia di mandare all'aria tutto quanto di buono si è costruito durante i novanta minuti. Con il Torino, per esempio: al Meazza Moretti ha ghiacciato i cuori nerazzurri al 93esimo. A Napoli, in Coppa Italia, un errore, solo uno, e Higuain si è preso i quarti di finale quando tutto faceva pensare ai supplementari. Con il Celtic, all'andata, sempre al 93esimo, Guidetti è riuscito a superare Carrizo e a pareggiare una gara ormai vinta. Mancini lo ha sottolineato ieri: "Noi abbiamo concesso tre gol negli ultimi secondi, capita, ma bisogna tenere alta la concentrazione. In campo però ci sono anche gli avversari che possono sempre fare qualcosa di buono".
Sta alla squadra nerazzurra non permetterglielo e non permettere alle rivali in campo di venir fuori quando si è in vantaggio: "Dovremo crescere di più e imparare a gestire il risultato", ha detto il mister in conferenza stampa. Ne ha parlato persino il presidente Thohir ieri sera: "I giocatori devono restare concentrati per 94 minuti e anche nei supplementari e ai rigori, dando il massimo. Non si può pensare di essere in vantaggio 2-0 e sentirsi comodi. Vincere 1-0 all'88' non significa non poter perdere 2-1. Questo succede nel calcio, Il calcio è emozionante e drammatico per questo. Abbiamo ancora 14 gare da giocare in serie A, col Celtic sarà importante essere concentrati". Un vero e proprio richiamo all'attenzione.
In generale, le tre gare vinte consecutivamente in campionato (non succedeva dall'era Stramaccioni) e i tre gol segnati a Glasgow hanno riacceso l'entusiasmo sul pianeta nerazzurro ("La classifica però meglio guardarla più in avanti, molto più in avanti", cit.). La strada intrapresa sembra davvero quella giusta, Mancini sta trovando la quadratura del cerchio e, con una fiducia incrollabile - soprattutto quando le cose non vanno - continua ad insistere sulle teste dei suoi giocatori. "Siamo più rilassati, è vero. Ma - ha spiegato - dobbiamo stare attenti: un minuto può cambiare tutto". Anche l'ultimo.
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