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Antonio Manicone, ex centrocampista dell' Udinese di Adriano Fedele che nella stagione 1991/92 ottenne la promozione in serie A e che oggi allena nelle giovanili dell' Inter, in esclusiva a Udineseblog.it ricorda la sua Udine e parla del match di domani sera:
Inter-Udinese: nerazzurri che dalla inusuale zona salvezza devono risalire ai posti europei, Udinese che parla di 40 punti. "Penso che l'Udinese parli di salvezza perchè porta bene, è questione di scaramanzia. Lo hanno sempre fatto, anche in questi anni. Credo sia giusto porsi obiettivi intermedi senza fare voli pindarici, ma l'Udinese ha dimostrato negli anni di poter fare molto bene".
Senza Inler e Sanchez non si pensava potesse ripetersi: "Questa è la forza di una società, di uno staff tecnico, di una città che ti lasciano lavorare. Mi viene da sorridere quando sento dire che i friulani sono freddi: i ricordi più belli che ho di Udine sono i momenti trascorsi dopo le partite con i tifosi che ci aspettavano per mangiare qualcosa assieme fuori dallo stadio. Che si vincesse o si perdesse non faceva differenza: ti aspettavano fuori per il piacere della compagnia e non si parlava mai di calcio. Per un calciatore, a livello umano, è una cosa che ti dà tantissimo, anche a livello di calore. I calciatori sono uomini con la loro emotività: quei momenti per noi erano importantissimi e li ricordo sempre con tanta nostalgia".
L' Inter si aspetta una Udinese stanca per l'impegno di Europa League? "Il problema di queste gare è il recupero nervoso, più che di energie fisiche. Ma Guidolin ha fatto un certo turn over, non credo che l'Udinese sarà penalizzata, se la giocheranno alla pari".
Cosa ci sarà da temere di questa Udinese? "Il gioco a grande ritmo, la compattezza nel difendere e ripartire e il grande Di Natale. Lui è imprescindibile".
Altri giocatori bianconeri da tenere d'occhio? "Sarebbe riduttivo fare nomi, tutti stanno maturando grazie all'ambiente. In Italia si sente il problema dell'adattamento degli stranieri al nostro calcio: Udine ha il vantaggio di essere un Eden anche per loro. Lì possono crescere serenamente grazie anche a ciò che trovano fuori dal rettangolo di gioco".
L' Inter è partita male. Come mai? "Il problema dell'Inter è che per vincere deve creare delle motivazioni. Questa squadra ha vinto tutto negli ultimi anni, un periodo negativo ci può stare. Solo che mentre a Udine si può aspettare che passi, a Milano no, non si può lavorare come a Udine: se non vinci partono le polemiche e lo stress".
Quanto manca Sneijder? "Bisogna vedere cosa vuole lui, vale il discorso motivazionale. A Udine lo sono tutti i giocatori, qui all'Inter deve tornare la fame per rialzarsi e tornare a vincere. Il problema è l'Inter".
Che partita sarà quella di domani? "L'Inter non deve cercare la riscossa a tutti i costi. Con un atteggiamento simile ricordo che la mia Inter che aveva vinto la Uefa, ha rischiato la B in campionato. Bisogna affrontare una partita alla volta con tranquillità, Ranieri lo ha capito"
Sulla carta chi è la favorita? "Sulla carta l'Udinese, ma io che ho l'Inter nella mia vita e ho ancora tanti amici a Udine, spero in un pareggio".
La chiave tattica della partita? "L'Udinese gioca con dinamismo e compattezza tattica. l'Inter conosce bene le sue caratteristiche e cercherà di limitare Di Natale. Non sarà facile, perchè lui è pericoloso anche su palla inattiva. L'Udinese dovrà fare attenzione alle individualità dell'Inter".
Di Natale spera di vincere ancora il titolo di capocannoniere. Adesso è Denis ad insidiarlo, ma chi sono i suoi avversari fino alla fine? "Denis è la sorpresa, ma credo che dovrà fare attenzione a quei giocatori, come Ibrahimovic, che sono supportati da uno squadrone. Alla Juve ci sono più giocatori che fanno gol, non ce n'è uno in particolare, anche se Matri segna un pò di più. Io faccio il tifo per Totò: lo merita lui, la squadra, la società e tutti i tifosi friulani".
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