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Nella passata stagione la favola del 'Bari-libidinè iniziò nell'esordio di campionato a San Siro: i pugliesi bloccarono sul pari l'Inter campione d'Italia. I biancorossi tornano nella città meneghina per sfidare l'undici allenato da Benitez mercoledì prossimo, per il turno infrasettimanale e il difensore Andrea Masiello vuole bissare l'impresa. «I nerazzurri - spiega il viareggino - fanno paura ma sappiamo come metterli in difficoltà. Restano la squadra più forte di questo campionato e noi daremo il cento per cento per fare una buona prestazione. Con il nostro modo di impostare il gioco, ossia dalla difesa, li faremo correre molto. Dovremo stare molto attenti, basta un errore per essere puniti. Un attaccante come Etòo difficilmente sbaglia sottorete». Dopo aver giocato per sei mesi in coppia con il neoazzurro Bonucci, Masiello adesso è alla ricerca della migliore intesa con il nuovo compagno di reparto, Marco Rossi. «Con lui - dice - mi trovo benissimo. In poco tempo si è inserito negli schemi di Ventura. Ha fatto un ottimo ritiro precampionato ed ora è un perfetto compagno di reparto. Sono contento delle sue prestazioni: ha già zittito qualche scettico».
Il centrale barese, cresciuto nelle giovanili della Juventus e lanciato in prima squadra da Fabio Capello, affronta la stagione della piena maturazione tattica, schierato da Ventura nel ruolo di marcatore. «Sono contento di essere tornato a giocare da centrale. Mi sono sempre adattato - spiega - al ruolo di terzino destro, anche quando ci allenava Conte. In questo torneo sono uno dei due pilastri centrali. E posso dire che mi è andata bene». L'unico neo resta la ristrettezza della rosa del Bari nella retroguardia: solo sei elementi, ma Salvatore Masiello si è infortunato e starà fuori un mese. «Il problema del numero dei difensori resta. Purtroppo con gli infortuni della gara di Napoli siamo rimasti in pochi e il rischio di incorrere in qualche ammonizione è concreto. Sto più attento - afferma Masiello - ma se si tratta di evitare di subire un gol, non ci penso due volte e accetto il cartellino giallo. L'importante in questo momento è non farsi male perchè con una diffida salti una gara, con un infortunio ne salti di più». L'ultima battuta sul pari interno con il Cagliari: «I sardi - confessa - sono la nostra bestia nera ma non si può giocare alle 12.30. È stato difficile mantenere la concentrazione, personalmente ho avuto la sensazione di addormentarmi da un momento all'altro. Ora ci sentiamo tutti molto affaticati».
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