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Matrix: “Icardi-Belfodil i giovani migliori, Strama? Sfortuna. Moratti…”

Francesco Parrone

L’ex difensore nerazzurro Marco Materazzi, 40 anni appena compiuti, intervenendo ad Andria per ricevere il premio Mediterraneo, parla del suo passato da calciatore, del suo presente da imprenditore e del suo futuro da allenatore....

L'ex difensore nerazzurro Marco Materazzi, 40 anni appena compiuti, intervenendo ad Andria per ricevere il premio Mediterraneo, parla del suo passato da calciatore, del suo presente da imprenditore e del suo futuro da allenatore.

Marco, ha appena conseguito a Coverciano il titolo di allenatore di Prima Categoria. Cosa farà «da grande»? «Per ora gestisco un negozio di abbigliamento sportivo a Milano. Quanto alla carriera di allenatore, siamo in tanti sulla piazza. Inoltre aumentano sempre di più i presidenti fumantini. E io non sono tipo da farmi esonerare dopo due settimane».

Parliamo dell’Inter di Mazzarri. Secondo lei è una squadra competitiva per arrivare al vertice? «L’Inter può colmare il gap con le due squadre più forti, Juve e Napoli, grazie al fatto di non giocare in Europa. A livello di organico mi sembra però ancora inferiore, anche se ha acquistato i due giovani più interessanti sul mercato italiano, Belfodil e Icardi».

Mazzarri è l’allenatore giusto per riportare l’Inter ai tempi di Mourinho? «Per essere Mourinho, devi prima vincere due Champions e una manciata di scudetti in Inghilterra, Italia e Spagna. Ciò detto, Mazzarri ha carisma, è determinato e non ha mai fallito con le sue squadre. Non deve pensare a diventare Mourinho o Guardiola, ma a diventare Mazzarri».

L’esperienza di Stramaccioni, invece, si è conclusa male. Cosa gli mancava per essere l’al - lenatore di una grande squadra? «Anche di Stramaccioni si diceva che fosse il nuovo Mourinho. Strama è stato molto sfortunato. Quando in squadra hai giocatori fondamentali che si infortunano, come Zanetti, Samuel o Milito, è difficile ottenere buoni risultati».

Lei è stato allenato anche da Benitez, che ora torna in pista con il Napoli. Cosa non ha funzionato con Rafa? «Diciamo che avevamo modi di pensare diversi, io e lui. Spero che con la sua squadra attuale dimostri che il vero Benitez era quello del Liverpool e non quello dell’Inter».

Si fa un gran parlare di un possibile ritorno di Eto’o all’Inter. Riportarlo in una squadra dove ha già vinto tutto è una sceltasaggia? «Eto’o non ha certo ottenuto il massimo della sua carriera all’Anzhi. Ha per questo un forte desiderio di rimettersi in gioco in Europa, dove potrà dimostrarsi ancora importante».

Parliamo dell’Inter come società. L’acquisto da parte dell’indonesiano Thorir è l’unico modo per rilanciare i nerazzurri tra le grandi d’Europa? «Credo che ogni tifoso interista debba applaudire Moratti e la sua famiglia per quanto fatto. Ma nel calcio contano molto gli stimoli e le ambizioni. Moratti, con il Triplete, ha praticamente vinto tutto. Ora, forse, preferisce guardare la sua squadra da tifoso». 

Quali sono adesso i suoi rapporti con l’Inter? «In questi due anni sono rimasto in contatto con il presidente, il massaggiatore e lo staff, ma nel frattempo mi sono dedicato ad altro. Non sono morto senza il calcio».

Lei, in passato, è stato accusato di aver rivolto offese razziste sia a Zidane - accusa infondata - che al coreano Ahn. Secondo lei, chi vede razzismo ovunque è vittima di un delirio di persecuzione? «Io penso che chi insultava Materazzi ieri e insulta Balotelli oggi abbia soltanto paura dell’avversario. Credo inoltre che i cori razzisti non si differenzino molto dal dare del “figlio di puttana” a un calciatore. Quanto ad Ahn, se uno mangia aglio come fossero mele, come faceva lui, e tu gli dici “guarda, amico, ti puzza il fiato”, non è certo un’offesa razzista. Lui ha tirato fuori questa storia solo per cercare un po’di visibilità. Nessuno infatti si ricordava di lui, nemmeno in Corea».

Cosa consiglieresti a Balotelli e Boateng, che minacciano di andare negli spogliatoi non appena vengono insultati? «Direi loro di caricarsi, ogniqualvolta vengono offesi. E poi non è mai successo che, per degli insulti, un calciatore lasci la sua squadra in dieci durante un match importante. In occasione di un Barcellona-Milan, ad esempio, sono sicuro che Boateng non farebbe neppure caso ai “buuu” razzisti». 

Per chiudere. La pace Zidane- Materazzi c’è mai stata oppure no? «È il momento di mettere un punto a questa storia: né la pace né l’abbraccio tra me e lui sono avvenuti. Con Zidane non mi sono mai sentito: non ho neppure il suo numero...».