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Si parla anche di tecnica e di schemi, nell'intervista di Mazzarri alla Gazzetta dello Sport: "Il modulo dell’Inter? Organizzazione, umiltà e rigore tattico: con questa ricetta siamo arrivati ad avere il miglior attacco del campionato. Fosse per me giocherei sempre con quattro punte, ma le valutazioni vanno fatte di volta in volta, per poi prendere decisioni tattiche che dipendono dagli equilibri che cerchi e da come stanno i giocatori. Anche gli attaccanti. I primi difensori sono gli attaccanti? Ecco, appunto. E di sicuro, finora, la mia è stata una rincorsa alla disponibilità e alla miglior condizione degli attaccanti. Influenza dei presidenti? Quando Pulvirenti o Spinelli provavano a mettere in dubbio quello che facevo, dovevo ancora dimostrare che sarei diventato quello che sono oggi. All’Inter finora non ho avuto bisogno di impormi, anzi in questa fase difficile ho sentito la volontà di affidarsi alla mia esperienza. Anche domenica scorsa e anche con Thohir: la sua fiducia continua ad andare oltre i singoli risultati del momento. Ho comunicato a Foti che prima di prendere qualsiasi decisione (di esonero) avrebbe dovuto riguardare la partita insieme a me. Gli ho spiegato ogni cosa davanti al videoregistratore, azione per azione, minuto per minuto. Fermavo le immagini, le rimandavo indietro, era un replay continuo. “Mazzarri grazie. Oggi ho visto un’altra partita. Non la manderò mai via” . Lo farei con Thohir e Moratti? Se ci sarà bisogno perché capirò che il mio lavoro non viene valutato nel modo giusto, lo farò. Ma all’Inter sono arrivato al mio decimo anno di A, con richieste importanti alle spalle, da vicecampione d’Italia: si fidano di quello che faccio e dico, finora non ce n’è stato bisogno. Icardi sente la musica alta prima della partita? Mettiamola così: so che i tempi sono cambiati e poi una cosa del genere l’avevo concessa anche in altre squadre. Ogni cosa che faccio dev’essere in funzione del gruppo e in questo caso ho capito che il gruppo questa cosa la prende nel modo giusto».
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