«Io non accetto il ruolo di colpevole, in nessun modo sarò il capro espiatorio. Ora il mio obiettivo è tornare nella Juventus e fare un ottimo lavoro». Felipe Melo rifiuta l'etichetta di responsabile unico del flop brasiliano ai Mondiali 2010. Il centrocampista della Juventus, protagonista negativo nella sconfitta con l'Olanda nei quarti di finale, torna a parlare dopo la disastrosa avventura in Sudafrica. «Ora sembra che tutto ciò che ho fatto è stato negativo. La gente si dimentica di tutte le cose buone: contro la Corea ho dato inizio all'azione del gol, contro l'Olanda ho visto l'ottimo movimento di Robinho e ho fatto l'assist. Tutte le cose buone che ho fatto non possono essere cancellate da un rosso quando ormai la partita era purtroppo in mano dell'Olanda», dice Melo al programma 'Fantasticò di Rede Globo.
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MELO: “IL PASTICCIO CON J.CESAR? COLPA DELLE VUVUZELAS. ORA PENSO ALLA JUVE”
«Io non accetto il ruolo di colpevole, in nessun modo sarò il capro espiatorio. Ora il mio obiettivo è tornare nella Juventus e fare un ottimo lavoro». Felipe Melo rifiuta l’etichetta di responsabile unico del flop brasiliano ai Mondiali...
«Sì, ho la mia parte di colpa nella sconfitta, ma quando mi fermo a pensare cosa avrei dovuto fare di più so che in campo ho dato il massimo», dice il giocatore della Juventus, reduce da un'annata negativa con la maglia bianconera. Contro l'Olanda, Melo ha 'siglatò un'autorete e poi ha rimediato un'espulsione per un fallaccio su Arjen Robben. Il centrocampista analizza a mente fredda il pasticcio sul primo gol degli arancioni. «Julio Cesar ha gridato, con le vuvuzelas è difficile sentire: quando pensi che stai per colpire la palla con la testa, lei già è scappata via. Sono molte cose che accadono in un istante tutte insieme; è difficile capire il perchè e dire chi è il colpevole»
Nella memoria dei tifosi rimarrà a lungo l'inspiegabile pestone rifilato a Robben. «Era un momento difficile, stavamo perdendo e ogni giocata che provavamo non riusciva, nell'impeto di rubare la palla ho fatto un fallo un pò più duro e sono stato espulso», dice il verdeoro. «Io ho parecchia esperienza nel calcio. Tutti i i giocatori sanno come far male ad un avversario, se fosse stato un fallo per far male Robben avrebbe potuto infortunarsi in quel contrasto, ma questo non è accaduto -spiega ancora-. In quell'istante magari posso aver perso la testa ma per l'enorme volontà di poter aiutare la squadra. Di poter fare di più perchè il Brasile non stava trovando in campo il suo gioco». Visti i precedenti di Melo, per molti l'espulsione non è stata una sorpresa: «Credo sia troppo facile parlare dopo. Io sono un giocatore con un carattere forte e che in campo mette molta grinta, pago per questo ma non sono sleale, solo grintoso».
Meglio evitare però un altro episodio del genere: «In futuro una entrata come quella su Robben senza dubbio la eviterò, non voglio dimenticare cosa è successo ma utilizzarlo come lezione». Dopo il flop mondiale, Ronaldo ha 'invitatò Melo a non trascorrere le vacanze in Brasile. Il ritorno a casa, a parte qualche insulto all'aeroporto di Rio de Janeiro, non è stato traumatico. «Sono stati giorni tranquilli, mi aspettavo una situazione molto più agitata invece per strada la gente mi ha dimostrato molto affetto. Ho capito che il popolo brasiliano mi vuole bene». Tra poco il centrocampista tornerà a pensare alla Juve. «Senza dubbio, ora il mio obiettivo è tornare nella Juventus fare un ottimo lavoro e poter continuare a giocare in Nazionale. Il mio sogno non è finito», dice pensando ad una nuova avventura con la selecao.
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