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Legati da una profonda amicizia, ma nemici per 90 minuti. Sinisa Mihajlovic e Roberto Mancini, dopo aver superato insieme tante battaglie, domenica si ritroveranno da avversari e entrambi proveranno a portare la propria squadra a conquistare il successo. Il tecnico della Sampdoria ha rilasciato un’intervista alle pagine della Gazzetta dello Sport, parlando dell’Inter e del suo legame con tecnico jesino, Queste le sue parole:
“Il nostro obiettivo? Prima dicevo la parte sinistra della classifica, ma adesso mi piacerebbe chiudere tra le prime sei e conquistare l’Europa. Per farlo sarà fondamentale la sfida contro l’Inter. Il mio rapporto con Eto’o? Lui non si discute dal punto di vista tecnico, dopo tutto quello che ha fatto e che ha vinto. Avevo solo dubbi sulla condizione fisica e sulla voglia di fare quello che un tecnico esigente come me richiede. Il tempo di ambientarsi ed ora è diventato un valore aggiunto, come tutti noi ci auguravamo. Dopo la partita contro la Roma in cui ha fatto anche il terzino mi ha detto: ”Visto mister? mi sto sacrificando come ai tempi dell’Inter”. Io apprezzo, perché con Mourinho aveva 29 anni, adesso 34. Se Vinco contro l’Inter mando in crisi Mancini? Un amico vero sa perdonare e Roberto lo è. Al massimo lo rincuorerò con una cena. Il percorso che ha iniziato è più complicato di quanto potesse aspettarsi, ma Mancini ha le qualità per risollevare l’Inter. Ci vogliono tempo, fiducia e pedine giuste. Contro il Wolfsburg il gol iniziale ha condizionato l’intera gara, la squadra ha perso sicurezze ed è stato tutto in salita. I fischi del Meazza? Vedere una squadra fischiata dal proprio pubblico fa sempre specie, ma è così ovunque quando le cose non vanno bene. I tifosi hanno il diritto di esprimere tutta la propria delusione. Il sogno di allenare l’Inter? É stata una parte importante della mia vita, ma adesso sono concentrato sulla Samp. Chiaro che a tutti piacerebbe allenare la stessa squadra per cui hai giocato, ma se aspettassi solo l’Inter o la Lazio, oltre a diventare vecchio, limiterei la mia crescita di tecnico e di uomo. Che effetto mi fa vedere il mio nome accostato al Milan? Ogni settimana c’è un allenatore del Milan: prima Montella, poi Sarri e adesso io. Sono curioso di vedere chi sarà il loro tecnico la prossima settimana. Se un grande club, e il Milan lo è, in futuro dovesse interessarsi a me, mi farebbe piacere. Vorrebbe dire che sto lavorando bene”.
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