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La sconfitta contro l'Udinese rimette l'Inter davanti allo specchio. Troppo fragile, troppo affannata, troppo difficile sopravvivere ad un momento che più complicato non si può. L'inviato a San Siro del Corriere dello Sport dà una svegliata all'ambiente interista e scrive: "Questa è una squadra a fine ciclo. Bisogna rendersi conto che l'unico obiettivo possibile è quello di cercare di portare a casa la salvezza, giusto per non rovinare il Palmares. Si è andati avanti a pensare in grande, ma l'unico risultato ottenuto è una classifica deficitaria".
E non è colpa degli episodi: "Forse questa sconfitta ha aperto gli occhi all’Inter, dove in troppi vivono di rendite acquisite e dove nessuno sembra disposto a rendersi conto che la situazione è molto cambiata. Poi, come sempre succede nel calcio, quando tutto gira storto, succede che uno come Pazzini scivoli sul dischetto del rigore e il pallone finisca in gradinata. Ma prendersela con il destino non ha proprio senso, perché a quel punto, senza il miracolo di Julio Cesar sul rigore di Di Natale, la partita sarebbe finita cinque minuti prima", continua nel suo articolo il giornarlista del Corriere della Sera.
Quello che servirebbe secondo Monti è una bella strigliata alla squadra: "Forse - spiega - è venuto il momento che Moratti alzi leggermente la voce. Perché i meriti di questa squadra sono innegabili, ma fra un ricordo e un elogio, la serie B si avvicina".
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