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Il grosso è fatto. Adesso dovrà però decidere se restare ancora presidente. Massimo Moratti ci mette tutta la passione di sempre: parla con i soci, li ringrazia, li fa commuovere, si prendere tutte le responsabilità, dice grazie perché non si è sentito solo nei momenti difficili e dimostra tutta la sua soddisfazione per aver ripagato la gente dell'Inter con vittorie indimenticabili. Ha deciso di cedere perché vuole che l'Inter si rilanci, che cresca economicamente, che possa tornare a dettare legge anche sul mercato, con calma magari, un passo alla volta verso il futuro. E quello nerazzurro è più internazionale che mai. Era arrivato a testa bassa il presidente, è stato sommerso dagli applausi, è uscito a parlare con i giornalisti dopo un breve incontro con i suoi consiglieri e ha trovato modo di scherzare con i giornalisti, c'eravamo anche noi. Il patron nerazzurro ha fatto tutta una serie di battute: "Io sto bene, sto bene si. Quando ho sentito che era il momento di cedere? Da qualche anno, sono anche una quindicina d'anni che lo dico (ride.ndr), ma poi non era mai successo davvero. Con Thohir ho un tono confidenziale e ci scambiamo sms? Sì, li hanno un po' esagerati nel numero, in realtà ne ho ricevuti tre (sorride, ndr). Se c'è una cosa che mi può convincere a restare presidente? Vincere dieci partite di seguito". Ci vorrà un po' di più, serviranno certe condizioni perché continui a ricoprire il suo ruolo, ma il pres non distoglie mai lo sguardo dal campo. Oggi si gioca al Meazza, c'è il Verona da affrontare ed è il momento di tornare a vincere.
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