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Le dichiarazioni di Massimo Moratti hanno sollevato un polverone mediatico. Le parole del presidente sono state criticate dai suoi colleghi e dai dirigenti di diversi club e sono considerate dalla maggior parte dei media 'un alibi'. Insomma, la società nerazzurra - secondo quando scrivono e dicono giornalisti, esperti, opinionisti - si starebbe nascondendo dietro ad un dito: parlando di malafede starebbe tentando di non parlare delle sue colpe ('aver speso ed aver speso male, troppi infortuni, essersi affidata ad un allenatore più giovane del suo capitano'). Vengono utilizzate più o meno frasi del genere: "Il mercato è quello sbagliato", "parliamo di arbitri quando va tutto storto", "chi parla di malafede non segua il calcio".
SMONTAGGIO - Ecco, in mezzo ai vari tentativi di smontare quanto detto dal patron interista vorremmo ci fosse qualcuno che si ricordasse che gli errori a sfavore della formazione di Stramaccioni sono un dato oggettivo (in questo pezzo sono raccolti la maggior parte degli episodi http://www.fcinter1908.it/?action=read&idnotizia=77854 contestati) che va preso in considerazione quando verrà il giorno del giudizio, quando cioè si dovrà fare un bilancio dell'intera stagione. Non vorremmo che gli errori di mercato, gli infortuni e i problemi di formazione venissero utilizzati per giustificare i direttori di gara, assistenti e collaboratori vari: se un arbitro di porta non vede un rigore netto, evidente, un fallo che si consuma davanti ai suoi occhi, è un problema. Se lo vede e non lo segnala al direttore di gara, qualcosa non funziona. Si può dire? Crediamo di si.
COSCIENZA-COERENZA - Anche se una squadra non ha mezzi tecnici uguali alle altre (che poi è tutto da vedere) non è detto che chi dirige gli incontri abbia il diritto di sbagliare appena possibile. Se si dice che gli errori non devono essere un alibi per l'Inter siamo tutti d'accordo, ma poi si deve dire anche che gli errori di mercato del club nerazzurro e i limiti della sua rosa, non devono diventare un alibi per gli arbitri. Si chiama coerenza. E certe volte averla come principio, usarla, non sarebbe così male.
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