Parte oggi il programma di Paolo Condò su GazzettaTv. Per la prima puntata di “Condò confidential” ospite d’eccezione, Josè Mourinho. Avvio col botto dunque per l’emittente televisiva del quotidiano sportivo nazionale per eccellenza.
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Mou: “Inter? Tifosi unici, squadra incredibile. Mai altre di A? No anche se…”
Parte oggi il programma di Paolo Condò su GazzettaTv. Per la prima puntata di “Condò confidential” ospite d’eccezione, Josè Mourinho. Avvio col botto dunque per l’emittente televisiva del quotidiano sportivo nazionale per eccellenza. ...
Questi i temi affrontati dallo Special One:
NON SONO UN PIRLA - “sapevo che sarei andato all’Inter da qualche mese, e avevo bisogno di poter comunicare bene. Ho avuto un professore fantastico che lavorava a Lisbona. Abbiamo avuto due mesi intensi e avevo bisogno di comunicare bene con la squadra. Lui mi ha preparato molto bene, con un vocabolo tattico farcito anche da qualche vocabolo milanese. Molto difficile da imparare. Siamo ancora amici”
PAROLE CHIAVE - “tutte spontnee. Il calcio è emozione, io non riesco ancora oggi dopo tanti anni da allenatore, e non riesco a fare il mestiere senza passione. Sapere quello che è fondamentale o non. L’emozione deve essere sempre presente. La mia carriera all’Inter è stata piena di emozione, momenti belli, drammatici e ogni tanto è uscita qualche parola di questa”
SQUADRE DEL CUORE - “Inter e Chelsea. è fondamentale stare bene nella globalità. Sono un allenatore ma sono anche un uomo. Devo essere felice, la mia famiglia deve essere felice, ti deve piacere il profilo dei giocatori che hai, il rapporto con i tifosi, sono tutti parte integrante della vita. Chelsea, Londra, giocatori, vita sociale, la Premier League, questo mi fa avere una passione speciale per lavorare qui. Inter, tifosi unici, rapporto con loro dal primo giorno unico, squadra incredibile”
PRIMO SCUDETTO - “avevo un rapporto assolutamente fantastico con tutti, un rapporto speciale con i giocatori. Non è facile lavorare con me, penso anzi sia difficile perché sono una persona critica con i giocatori, non sono da feedback positivo, sono da uno che alza l’asticella dell’esigenza. Mi piace il confronto forte, mi piace creare personalità forti. All’Inter ho incontrato personalità già formate, già forti. Questo ha facilitato il mio compito. Avevamo due obiettivi, continuare a dominare in Italia ed era il minimo. La prima stagione non eravamo preparati per vincere la Champions”
LACRIME DI MADRID - “perchè separarsi? vero, vero. Io avevo all’inizio della mia carriera obiettivi chiari. Volevo uscire dal Portogallo, e vedevo l’Italia come una sfida. Ho avto tantissimo rispetto per allenatori come Sacchi, Trapattoni, tecnici con carriera fantastica. Volevo vincere in Italia, volevo vincere in Spagna e volevo vincere in Inghilterra. Avevo rifiutato una volta il Real, non si rifiuta due volte il Real perché la terza chiamata non arriva. Ho lasciato perché ho fatto qualcosa di speciale. Come allenatori Herrera e Mourinho saranno ricordati come due tecnici che hanno portato in alto l’Inter”
MOURINHO - GUARDIOLA - “due dei club più grandi al mondo in un momento storico dove il Barcellona aveva la squadra più forte e il Real viveva un momento difficile. Il Real non giocava da qualche anno nemmeno un quarto di finale di Champions, non vinceva una coppa del Re da 25 anni, non vinceva scontri diretti con il Barcellona. E’ stata una sfida fantastica, il club più forte del momento, il Barcellona, contro un club con problemi, il Real”
XABI ALONSO - FABREGAS - “scambio spontaneo con Guardiola, senza nessun pensiero dietro. Due giocatori con storie diverse, Xabi vuole fare il tecnico, girare il mondo, Cesc invece adora la Premier”
MESSI - “difficile che venga da Mourinho, ho idea che Messi sarà sempre un giocatore del Barcellona, magari sbaglio, si può sbagliare ma non vedo il Barcellona lasciar andare via Messi e non vedo Messi giocare con altre squadre”
BALOTELLI - “il rigore rubato? io strutturo le palle inattive, e solitamente do una lista con diverse opzioni. Poi a volte magari ci sono giocatori che partono dalla panchina ed entrano che hanno più efficacia nei calci piazzati. Gesto di personalità mi piace ma anche la disciplina mi piace, il rispetto. Io lascio ai giocatori spazio per decidere e per mettersi nelle migliori condizioni. Mario - posso dire - è un giocatore molto bravo a calciare i rigori e posso immaginare che lui era convinto di segnare. è in una situazione non facile, non conosco le logiche del loro spogliatoio, non so cosa ha detto alla squadra il tecnico ma alla fine ha segnato”
SOLO INTER - “non posso dire che allenerei solo l’Inter, sono un professionista e se un giorno volessi allenare e non avessi un club e l’Inter avesse un allenatore con il quale sta bene. Io posso dire che se domani avessi la possibilità di andare all’Inter ci andrei prima di ogni altra squadra italiana perché lavorerei con maggiore passione”
TRIPLETE - “impresa più grande della mia carriera”
DECLINO CALCIO ITALIANO - “non ho mai pensato che il calcio italiano potesse calare. In Inghilterra il calcio è difficile per competitività e in Italia - al mio tempo - sentivo grande lavoro tattico difensivo e sentito sempre grandissime difficoltà nel perseguire la vittoria. La difficoltà non è mai sinonimo di basso livello, anzi”
NOVE ANNI DI VITTORIE - “ho perso in casa dopo 9 anni e non ho perso tante volte. Due volte con il Real Madrid e una volta con il Chelsea la scorsa stagione. In 14 anni ho perso in casa quattro volte in campionato. questione di mentalità, questione di fiducia, questione di non accettare la sconfitta in casa tua. Ricordo Inter-Siena 4 a 3, pochi cambi, giocatori infortunati, Samuel centravanti che mi chiede di andar dietro e io lo lascio li. Questione di collettivo, questione di fortuna, perché senza non vai da nessuna parte. Penso sia una concentrazione di fattori fondamentali”
SEGRETO - “preparo tutte le partite con stessa determinazione, non mi piace perdere ma la sconfitta è la motivazione per un’altra vittoria”
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