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Una bellissima intervista di Riccardo Signori sul Giornale di oggi presenta meglio il laterale nerazzurro Yuto Nagatomo, in vista dell'esordio nel derby della Madonnina, il primo della storia che vedrà protagonista un giocatore giapponese:
A Tokyo metteranno la sveglia per il derby.«Levataccia. Saranno le 4 del mattino. Ma non se lo perderanno».Quanti inchini sta preparando?«Guardi che a Cesena non ne ho mai fatti. Qui sono già al terzo: prima a Forlan, una volta a Sneijder e infine a Zanetti».È stato il più notato...«Quando sono arrivato Zanetti mi ha fatto l’inchino.Ed ho contraccambiato. È un segno di rispetto».Zanetti-sendai, cioè maestro?«Non lo chiamo maestro. È una persona per la quale ho grandissimo rispetto e ammirazione».E allora chi è sendai?«È l’allenatore, appunto il maestro, il professore: è molto in voga nelle arti marziali».Ne sapranno qualcosa Ibrahimovic e Boateng, due che si danno alle arti marziali. E lei?«Alle scuole dell’obbligo in Giappone viene insegnato lo judo, un’arte della difesa. Il karate è, invece, un’arte dell’offesa. Io ho fatto judo e anche nuoto».Arte della difesa, tutto in linea con l’idea del difensore...«Il lavoro e la mia forza chiedono attenzione, sia nella fase difensiva sia in quella offensiva. Devo ripartire in velocità: quella è la mia arma».Magari ha tempi da centista?«Non mi hanno mai cronometrato con la misurazione elettronica. Ma con quella manuale sono andato sotto gli 11 secondi. Niente male!».Appunto. Corra subito in questo derby. Come lo immagina?«Sarà pazzesco. Atmosfera elettrizzante. Il primo l’ho vissuto in panchina,senzagiocare.Masisen-tono la tensione e l’aria diversa».In Giappone l’aveva provato?«Si, a Tokyo contro il Verdi Kawasaki. C'erano 40mila persone. Grande atmosfera, senti l’emozione. Però anche a Cesena....contro il Bologna è un derby».In Giappone, di solito, seguono la sfida di Milano?«Certo che la seguono. Questa volta di più, perchè ci sono io».L’anno scorso, dalla panchina, ha visto un derby perso. Come se lo è spiegato?«Il gol ha rotto l’equilibrio e lasquadra si è disunita, siamo andati in affanno».Quest’anno si presenta con due gol e due assist importanti all’attivo...«È un momento in cui ho un ottimo bilanciamento fra modo di pensare e risposta del fisico. Sento il mio fisico, riesco a fare quello che voglio. Sono proprio in equilibrio».Filosofia orientale?«Idea che fa parte della cultura giapponese:conta il bilanciamento».Cosa l’ha aiutato in questo bilanciamento?«La fiducia: quando giochi e ti alleni. Conta essere aiutato dalle persone,compresi i compagni».La maggior difficoltà del giocare a Milano?«La pressione.La senti addosso da tifosi, mass media, anche per strada. Ecco perché è decisivo trovare un equilibrio mentale».Questo è stato un anno non proprio facile: l’infortunio alla spalla destra, poi i problemi al polpaccio. Sono bastati gol e assist a far dimenticare tutto?«Tutto aiuta. Di un assist vado orgoglioso. Quello con il Lecce: doppio tocco passando palla dal destro al sinistro. Bello!».I tre terzini migliori al mondo?«Maicon, Dani Alves e ...Zanetti che sa fare anche il terzino».Gente da tener d’occhio domenica?«Dico Ibra e Pato, oltre ai miei compagni: grandi talenti».Il Samurai del derby?«Il samurai ideale è Zanetti: lealtà infinita e non si arrende fino all’ultimo. Ha spirito, lealtà, senso della giustizia».Chi deciderà?«Credo Milito, lo vedo in palla».E lei, fra tanti armadi, come se la caverà?«Ho sempre avuto senso dell’elevazione. Non è detto che essere piccolo sia un danno. I vantaggi: sei veloce e agile. Magari passi fra le gambe».Se dovesse pensare a grandi giocatori di Milan e Inter...«Dico Maldini, da piccolo l’ho sempre ammirato. Poi Zanetti. Per me dire Inter non significa Ronaldo o altri. L’Inter è Zanetti, tanto amato in Giappone. E l’Inter molto più amata del Milan, ora che ci sono io».Bene, allora ci dica come finiranno il derby, la Champions e il campionato?«È scontato dire Inter. Ma voglio pensare che sia così. Devo aver la forza per pensarlo tutti i giorni».
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