Delusione in Brasile per i 23 nomi annunciati dal ct Dunga per i mondiali in Sudafrica e in particolare per l'assenza di Ronaldinho Gaucho, Adriano e dei due giovanissimi astri del Santos, Neymar e Ganso. Incredulità, delusione e frustrazione: per i brasiliani, vedere nella Selecao Grafite al posto di Adriano, Josuè al posto di Ronaldinho, e via dicendo è stata la conferma della «testardaggine» di Dunga che, secondo molti critici, dà sempre preferenza alla grinta a scapito del talento. In particolare, i due fuoriclasse meno che ventenni del Santos erano stati chiesti a gran voce da Ronaldo, da Pelè e da decine di migliaia di tifosi che hanno partecipato nelle ultime settimane a numerosi sondaggi indetti dalla stampa sportiva e non. Ma Dunga è stato coerente con le intenzioni annuncIate sin dall'inizio del suo incarico e con il suo modo di essere: ha sempre detto chiaramente che quello che contava di più per lui è «la gioia di indossare la maglietta oroverde, e l'impegno a dare tutto di sè per la Selecao». Nessuno degli astri «problematici» ha trovato spazio nella sua formazione. Lo ha detto chiaramente nella conferenza stampa dopo l'annuncio dei convocati: «Non volevo che si ripetessero i problemi del 2006». E con Ronaldinho e Adriano, per esempio, il rischio c'era, ha lasciato intendere Dunga: «Ho dato loro la possibilità di dimostrare che ce la potevano fare, ma non l'hanno saputa cogliere», ha detto il tecnico. L'ex mediano della Selecao e della Fiorentina ha insistito sul fatto di aver creato il gruppo attuale in tre anni e mezzo di lavoro, mettendo tutti alla prova e dando uno spazio a tutti, ma restringendo a poco a poco la rosa a quelli più fidati e di comprovato impegno in nazionale. Ai cronisti sportivi che gli rimproveravano la «mediocrità» di molti dei convocati, Dunga ha risposto con orgoglio ricordano i titoli di Coppa America e della Conederation Cup, e la qualificazione ai mondiali ottenuta con tre turni d'anticipo con la vittoria sull'Argentina fuori casa. «Questa squadra potrà non essere zeppa di fuoriclasse e di stelle, ma ha la mentalità vincente», ha concluso. Difficile dargli torto.Dall'altro lato va registrato il pianto, le lacrime di Adriano per la mancata convocazione al Mondiale, ma Dunga spiega: il cuore mi diceva di chiamarlo, la ragine no. «Abbiamo sempre accolto bene Adriano, il gruppo gli ha voluto bene ma è arrivato il momento di prendere una decisione. Il mio cuore mi diceva una cosa, ma la ragione e il fatto che sto rappresentando il mio paese mi hanno fatto prendere un'altra strada». Così, davanti alle telecamere di Rete Globo, il ct del Brasile ha spiegato la mancata convocazione per i Mondiali dell'Imperatore, al quale ha preferito Grafite del Wolfsburg, finora solo due presenze in nazionale. «Gli ho dato molte chances per invertire una certa situazione - ha detto ancora Dunga su Adriano - ma arriva il momento della coerenza, del coinvolgimento e dell'impegno totale». A pesare sulla mancata chiamata dell'ex interista, campione del Brasile l'anno scorso con il Flamengo, sono stati i molti allenamenti saltati nel suo club senza preavvisi, fra i quali quello dell'1 maggio scorso a vedere il quale Dunga aveva mandato il suo assistente Jorginho. Persone molto vicine ad Adriano fanno intanto sapere, secondo quanto riporta il sito Globoesporte, che appresa della notizia della non convocazione per il Sudafrica Adriano è scoppiato in un pianto irrefrenabile, e ad interromperlo non è servita neppure una lunga telefonata con il procuratore Gilmar Rinaldi.
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NO DI DUNGA A RONALDINHO E ADRIANO. GRANDE DELUSIONE IN BRASILE E L’IMPERATORE SCOPPIA IN LACRIME
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