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C’è molta curiosità, oltre ai tifosi nerazzurri, nel mondo del calcio, per scoprire come deciderà di operare Erick Thohir.
L’idea priva ad interpretarla la Gazzetta dello Sport, la quale è del parere che la gestione della nuova proprietà assomigli molto a una
«entertainment company», con la ricerca di nuovi ricavi da trovare tra stadio e sponsor. I nuovi azionisti indonesiani, sanno benissimo quanto sia difficile fare questi discorsi nel calcio italiano, avendolo ormai studiato per mesi, ma il prodotto se ben lavorato può esplodere ed è questo uno dei motivi che hanno spinto Thohir e soci a buttarsi nella serie A.
L’idea di base comunque non sarebbe imitare i club della ricca premier, ma piuttosto emulare la Bundesliga. L’operazione non è delle più semplici; l’Inter è lo specchio della salute del calcio italiano con un debito al 30 giugno che si è attestato sugli 81 milioni.
L’obiettivo in primis sarà quello di tornare al più presto in Champions e quindi far salire il livello dei ricavi e assestarli intorno ai 220-230 milioni. Successivamente, ed è questo il sogno,, è di superare quota 300 e collocarsi dietro i fantastici quattro Real, Barcellona, Manchester United e Bayern, che viaggiano ormai tra i 400 e i 500 milioni. Se gli indonesiani guardano all’Arsenal in fatto di valorizzazione dei giovani, è altrettanto vero che il modello di business cui ammiccano è quello del Bayern, capace di chiudere sempre in utile i propri conti e di vincere sul campo senza lesinare interventi sul mercato, anche in virtù di una straordinaria capacità di generare cassa. Insomma, i nuovi soci forti del club nerazzurro, almeno nelle intenzioni, non avranno il braccino corto.
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