Ivica Olic, capocannoniere del Bayern in Champions League, ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni sul cammino della sua squadra in coppa e su un retroscena che non conosce quasi nessuno. "Non ho niente di personale contro le squadre italiane, - spiega Olic - però è vero che affrontarle mi porta bene: ho segnato spesso in queste occasioni. La più famosa, per voi, è la partita del Mondiale 2002 in Giappone, quando feci gol all' Italia di Trapattoni e la Croazia alla fine vinse 2-1, grazie anche all' altro di Rapaic. Ho segnato in Champions alla Juve e alla Fiorentina e alla Juve avevo fatto due gol perfino in un torneo estivo a Londra, all' Emirates Stadium".Il curioso retroscena però riguarda proprio la squadra nerazzura e Olic afferma: "Spero di continuare adesso, nella partita più importante, contro l'Inter, anche se devo ammettere che io dell' Inter sono un grande tifoso. C'è un motivo molto particolare. Io sono stato un giocatore dell' Inter. Quando avevo 17 anni, sono stato in prova per una settimana alla Pinetina, nel '98. L' allenatore era Gigi Simoni e in attacco c' erano campioni come Ronaldo, il mio idolo, e Recoba. Io ero un ragazzino, giocavo in Croazia in seconda divisione, nel Marsonia. Ma feci bene negli allenamenti. Ho un bellissimo ricordo di quei giorni, una foto con Ronaldo con tanto di dedica e una maglia della partita amichevole che giocai contro l' Iran, in coppia con Recoba: lui fece gol, io me ne mangiai uno. Simoni diede il via libera al mio acquisto. Mancavano solo alcune formalità, per firmare il contratto 'verde', da giovane di serie".Qualcosa poi però ha fatto si che il trasferimento non andasse in porto: "si fece avanti l' Hertha Berlino. Mazzola, che era il direttore sportivo, non voleva lasciarmi andare. Ma io avevo 17 anni e giudicai che fosse più utile e più logico per la mia crescita sportiva andare in un club medio, come l' Hertha, dove avrei potuto giocare. All' Inter sarei stato chiuso dai tanti campioni. Mazzola fu un signore, un vero gentleman. Mi lasciò partire, ma disse questa frase, che non dimenticherò mai 'Vai pure, ma se diventerai qualcuno, non ci dimenticheremo di te'. Così, da allora, sono rimasto un tifoso dell' Inter e ho avuto meno rimpianti, quando è sfumato il mio acquisto da parte della Juve. Ci fu un primo contatto qualche anno fa, forse all' epoca di Moggi, forse un viaggio del presidente del mio club. Ma il contatto vero c’ è stato l'estate scorsa, tra l' Amburgo e il ds della Juve, Alessio Secco. Io mi vedevo già a Torino, ero contento della bozza del mio contratto. Poi, però, è arrivata la controfferta del Bayern ed eccomi qui. Non è stata una decisione facile, ma a conti fatti si è rivelata giusta. Ora sono in finale di Champions, dopo un anno in cui ho sbaragliato la concorrenza di gente come Toni, Klose, Gomez. Come ho fatto? Me lo chiedono in tanti e io rispondo sempre la stessa cosa: sono uno che lotta fino in fondo e che sa sfruttare le occasioni. Quella di andare a giocare in Italia finora l' ho persa, ma ho ancora 31 anni e mai dire mai: non c’è il due senza il tre. Intanto alla mia Inter dò appuntamento a Madrid: per farle gol"
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OLIC SI CONFESSA: “SONO UN VERO TIFOSO INTERISTA. NON DIMENTICHERO’ MAI LA MIA ESPERIENZA ALLA PINETINA”
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