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Pandev: “Mi ricordo l’anno del Triplete, che gruppo. Dopo il 2010 l’Inter…”

La Gazzetta dello Sport, ha intervistato in esclusiva l’ex giocatore dell’Inter, Goran Pandev, con cui è stato inevitabile parlare della sua ex squadra: La mia carriera? Se mi guardo indietro, tutto è arrivato al momento giusto. La Lazio fu...

Riccardo Fusato

La Gazzetta dello Sport, ha intervistato in esclusiva l’ex giocatore dell’Inter, Goran Pandev, con cui è stato inevitabile parlare della sua ex squadra:La mia carriera? Se mi guardo indietro, tutto è arrivato al momento giusto. La Lazio fu la mia occasione per diventare grande, l’Inter la squadra a cui dire di nuovo sì dopo un corteggiamento lunghissimo. Il Napoli identificava la passione per il calcio, di cui avevo bisogno per ricominciare dopo il Triplete. Il Genoa ha molti punti in comune con l’esperienza partenopea. Stessa passione popolare, ma pure la consapevolezza di essere stato a lungo voluto, inseguito. E, ora, amato».Dopo il Triplete, un giorno Mou disse: «Non bisognerebbe mai vendere uno come Pandev. Ricordo... (Goran ride ). Lui si riferiva a un contesto particolare. Giocavo in più ruoli, dove diceva lui, ma è così che si fa. Occorre sempre mettersi a disposizione della squadra».Ha ormai quasi tre lustri di calcio italiano sulle spalle. Secondo lei, qual è il suo stato di salute? Sono cambiate tante cose, all’inizio il calcio italiano aveva giocatori davvero forti. Juventus, Inter e Milan erano le squadre da battere a ogni livello. Dopo un periodo di flessione, ora i club più prestigiosi hanno ricominciato a spendere, c’è la necessità di avere Milan e Inter competitive, fa bene al movimento. La Juve in fase discendente? Non credo proprio, anche se forse ci sarà più equilibrio. La Roma ha fatto un buon mercato, l’Inter s’è rinforzata».Il segreto di molti suoi successi è stato il feeling con gli allenatori. Delio Rossi, ad esempio -Le vittorie nascono così. Con lui alla Lazio le cose andarono benissimo, perché le condizioni per essere vincenti sono molteplici. Il Triplete di Mou è figlio della forza del gruppo, della classe dei singoli, di un allenatore fortissimo, oltre che di tanta buona sorte. Altrimenti, sarebbe stato impossibile. Dopo quell’anno l’Inter è cambiata. Ho cercato dentro di me nuovi stimoli. Ho vinto un Mondiale per club con Benitez. Dopo è arrivata la coppa Italia a Napoli: vincere lì ha un sapore speciale». Un desiderio da esaudire con i rossoblù?Vorrei vincere un trofeo, portarmi a casa la coppa Italia, come ho fatto con Lazio, Inter e Napoli. Ma ho già una certezza: quest’anno ci divertiremo. Vi confido una cosa: da tempo non mi emozionavo com’è successo quando sono uscito dal campo con il Verona. Questa gente è speciale, bisogna farla felice».