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Per Chivu 100 volte Inter: “Vi dico la mia sui rigori di Palermo. E Branca…”

Palermo, domenica pomeriggio, Cristian Chivu ha fatto 100: cento presenze ufficiali con la maglia nerazzurra. Oggi, al termine dell’allenamento, il difensore si è raccontato ai microfoni di Inter Channel, l’unico canale tematico...

Daniele Mari

Palermo, domenica pomeriggio, Cristian Chivu ha fatto 100: cento presenze ufficiali con la maglia nerazzurra. Oggi, al termine dell'allenamento, il difensore si è raccontato ai microfoni di Inter Channel, l'unico canale tematico ufficiale del club che festeggia i 10 anni di lavoro con un periodo di visione in chiaro sulla piattaforma Sky.

 

Benvenuto a Cristian Chivu: prima di tutto come stai?

"Bene, molto bene".

 

Nella gara di Palermo, hai raggiunto cento partite ufficiali con l'Inter: lo sai che quando si arriva alla tripla cifra si entra ufficialmente nella storia di un club?

"Sono contento, è un traguardo importante per me, che sono al quarto anno qui. Mi auguro di continuare così e di raggiungere la duecentesima. Non potrò mai farne quante Zanetti (ndr.: sorride), ho già una certa età... Ah, se fossi arrivato prima... ".

 

La gara d'esordio è stata una sfida con la Roma, la tua ex squadra: purtroppo una sconfitta. Che effetto ti ha fatto trovarla allora subito da avversario?

"Fa sempre un effetto strano, anche perché era davvero poco che ero nell'Inter, erano passate solo due settimane. Poi è stata una partita persa, la delusione inevitabilmente c'è stata. Ma poi ci siamo rifatti subito vincendo il campionato. Il primo anno è stato bello, sofferto perché l'abbiamo vinto proprio all'ultimo con il successo nella pioggia a Parma e quindi la soddisfazione è stata tanta".

 

Una stagione che è continuata con qualche ingresso a gara in corso, poi uno stop per un problema fisico, e poi è venuto fuori il vero Cristian.

"Quello è stato certamente un anno particolare. Ho avuto l'infortunio alla spalla dopo un mese che ero nell'Inter e ho continuato a giocare tutta la stagione con una spalla che usciva quasi sempre. Sono addirittura andato a fare un Europeo con una spalla rotta, un'esperienza incredibile: ho imparato a giocare senza usare il braccio sinistro".

 

E c'era anche qualche avversario che cercava volontariamente di farti uscire la spalla...

"Può capitare, ci sta: il rispetto e il fair play sono solo per i giornali... (ndr.: sorride). In campo c'è comunque rispetto, infatti c'è anche un limite che poi non viene superato. Però può accadere che uno ti prenda il braccio sapendo che la spalla può uscire... È il calcio.... Devo ammettere che però fa male, soprattutto le prime volte fa molto male. A un certo punto avevo anche imparato a rimettere a posto la spalla da solo. Sono arrivato poi all'Europeo che, addirittura, la mattina starnutivo e mi usciva la spalla... Queste erano le mie condizioni... ".

 

Cento gare ufficiali, un solo gol segnato per l'Inter.

"Meno male che però è arrivato... (ndr.: sorride)".

 

I tifosi aspettano sempre un tuo gol su punizione....

"C'è la fila, ora, non è semplice. La prima l'ho battuta a Palermo, anche se non sono riuscito a tenere bassa la palla. Comunque, ripensando al gol dell'anno scorso, è stata davvero una bella soddisfazione, anche perché è arrivato dopo l'infortunio alla testa. Tutti mi chiedevano quando avrei segnato, dicendomi che prima di trasferirmi all'Inter segnavo spesso, mi prendevano in giro. Proprio quel giorno in cui dopo ho segnato, il direttore Marco Branca mi aveva chiesto quando sarei andato in gol. Gli avevo risposto, scherzando: 'oggi segno, però voglio un regalo'. Adesso aspetto il regalo, ricordiamolo a Marco Branca (ndr.: sorride)".

 

Sei stato grande protagonista dopo Palermo-Inter per due episodi, uno in cui subisci il fallo e uno in cui entri nettamente in anticipo sul pallone.

"Questo è il calcio, si parla troppo di episodi che non c'entrano niente con la realtà di una partita. Nel primo mi viene tirata la maglia, io ero davanti, non mi fermo, però mi prende l'attimo quando mi tira la maglia, ed è fallo. Il guardalinee è stato bravo a vedere il momento in cui Cassani tira la maglia. Poi, nel secondo episodio, prendo la palla e basta. Comunque, secondo me, gli arbitri fanno un grande lavoro e non devono spiegare nulla. Per chi rivede la moviola è più facile, mentre l'arbitro deve prendere una decisione in un attimo. Oggi si gioca a una velocità altissima, si usa tanta forza, dobbiamo dare loro merito".

 

Sei pronto per la velocità di Alvarez?

"Noi siamo sempre pronti. Giochiamo per vincere, l'Inter l'ha sempre fatto. Poi, giochiamo in casa e dobbiamo fare quello che sappiamo fare. Certo che l'avversario ha qualità e gli vengono riconosciute, ma siamo noi che dobbiamo fare il gioco, sono gli altri che devono preoccuprsi. Con Alvarez ho giocato insieme nella Roma e poi abbiamo giocato anche contro: è un abile, veloce, vedremo domani come andrà a finire".

 

Chivu è duttile: gioca terzino sinistro, fa il centrocampista, il difensore centrale...

"Veramente adesso gioco solo sulla fascia sinistra: ogni tanto è capitato di fare anche il difensore centrale o il centrocampista, ma ultimamente gioco solo sulla fascia sinistra. Tanti osservatori esterni dimenticano che non è il mio ruolo naturale. È un ruolo che ricopro per esigenza della squadra, per tante situazioni, ma non è un ruolo sempre facile da ricoprire. Poi mi fa piacere giocare, perché ho la stima dei miei compagni, del mio allenatore, e sono valutazioni molto più importanti delle critiche e dei voti che mi arrivano da alcuni giornalisti".

 

In Nazionale che ruolo ricopri?

"In Nazionale gioco difensore centrale".

 

Benitez chiede una difesa un po' più alta e distanze più ravvicinate, e anche maggior possesso palla. Che cosa vuol dire avere un po' più di spazio alle spalle?

"Dipende. Ma non è che ci chiede di fare solo questo. Ci sono situazioni e situazioni durante la partita, e penso che questa squadra ha la capacità di leggerle, anche senza che l'allenatore debba strillare dalla panchina che cosa dobbiamo fare precisamente nelle singole situazioni. È questa la nostra forza, capire bene e leggere la situazione per vedere come affrontare il momento, con la difesa più alta o più bassa".

 

Dopo tre giornate che cosa si può dire di questo nuovo campionato?

"È presto, comunque sono sempre le stesse squadre a giocare per vincere. Il Cesena? Bisogna dare a loro il merito per questo inizio di stagione, ma non credo che si possa pensare che arrivino fino in fondo a giocare per lo scudetto. È comunque una squadra valida, ben messa in campo e che può mettere in difficoltà tutti gli avversari. Per questo meritano i nostri complimenti, ma non credo che possa bastare per vincere lo scudetto".

 

Particolare: Chivu cambia look?

"Sto facendo ri-crescere i capello. È vero, perché non è bello vedere quella cicatrice quando ti svegli al mattino. È una cosa che non puoi dimenticare, che non dimenticherei neanche mai. È una cosa che porterò con me per sempre, un'esperienza grazie alla quale ho imparato a vivere diversamente, rispetto a prima, e ora posso dire che è meglio così".