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La Prima alla Scala finisce tra gli applausi, a San Siro non arrivano i fischi ma solo perché il pubblico è troppo poco numeroso e, forse, troppo demotivato. Una serata piena di niente. Trovarle un senso è un’impresa perché un senso non ce l’ha: non è partita di sperimentazione e se non aggrava le ferite all’autostima inflitte dal campionato di certo non le guarisce. Non si vedono giovani affermarsi (Coutinho e Obi, per esempio, non ne approfittano per far parlar di sé) o senatori riscattarsi (Milito continua a sbagliare i gol più facili). La rete di Cambiasso non basta per portare a casa il compitino richiesto dal presidente Massimo Moratti prima del via. Indicazioni presidenziali non rispettate. Moratti e Ranieri hanno avuto un altro lungo vertice che si è tenuto negli spogliatoi dopo la partita: mentre Milito concludeva la sua personale serataccia all’antidoping, presidente, allenatore, dirigenti si sono guardati in faccia fino a mezzanotte e mezza. Per capire come dare una svolta alla stagione. Eppure l’allenatore continua a pensare positivo. In realtà di veramente positivo l’Inter può vantare solo il primo posto nel girone, ma in questi giorni di tristezze (seconda sconfitta di fila a San Siro, nona nella stagione) e di Tevez quasi rossonero è difficile pensare a questo.
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