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Lukas Podolski è un pò lo specchio di Ciro Immobile: da una parte un italiano che vive un momento difficile in Germania e dall'altro un tedesco triste in Italia. Questo è quanto scrive SportWeek, inserto settimanale della Gazzetta dello Sport.
Contro l'Atalanta, Podolski è stato l'unico a meritarsi un'insufficienza piena. La "rosea" gli ha riservato un 5, che certifica la crisi, psicologica prima che tecnica. Perché il suo smarrimento non si spiega soltanto con problemi dal punto di vista atletico, certo, quelli ci sono stati e probabilmente erano anche il motivo delle tante panchine all'Arsenal. Ma in lui c'è abulia, almeno in partita e probabilmente il tutto ha origine nella sua testa.
"Le parole scritte sugli scarpini? Si tratta solo di una campagna pubblicitaria" afferma a chi gli chiede perché qualcuno dovrebbe essere invidioso di lui: "se qualcuno mi invidia non mi interessa, io non sono mai stato geloso di nessuno e non vorrei avere capacità diverse da quelle che ho. Sono felice così." Nessuna invidia neanche per Cristiano Ronaldo che ha 30 milioni di follower su twitter, rispetto ai suoi 7:"Mi importa solo che i miei siano ben distribuiti per il mondo. Cina compresa."Ma dalle pagine di SportWeek lo descrivono come un ragazzo triste, chi lo intervista non riesce a strappargli un sorriso o una risposta che sia più profonda del dipende. Cercano di stimolarlo con domande sul talento e sulla musica, ma le sue risposte non soddisfano mai chi gli porge il microfono. Il tedesco inizia ad aprirsi un pò di più quando si parla di Italia e di Calcio, mostrando quello che probabilmente è il motivo della sua inquietudine:
"Voi italiani siete più easy di noi, sono entrato in un ristorante alle 19 ed era vuoto. Sono uscito alle 22 e si stava riempiendo. Dove trovo gli stimoli dopo tanti anni di carriera? Nel piacere che provo al contatto col pallone. Tra due anni potrebbe essere tutto finito e non voglio perdere un solo giorno. Non lo faccio per soldi."
Allora il punto potrebbe essere questo, scrive SportWeek: "La sua tristezza potrebbe essere figlia di quel senso di disorientamento che prende al pensiero di smettere tra un paio d'anni, senza lasciare un'ultima traccia di sé. Il senso di provvisorietà dato dalla formula del trasferimento dall'Arsenal all'Inter, il possibile ritorno a Londra con un contratto in scadenza nel giugno 2016 e da un allenatore, Wenger, con cui ha rotto i rapporti. Inoltre c'è anche la recente esclusione dalla lista Uefa da parte dell'Inter. Probabilmente è tutto questo che rabbuia Lukas Podolski. La paura che le ultime occasioni gli stiano scivolando dalle dita senza che lui riesca a chiudere il pugno per tenerle strette."
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