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Poli e la sindrome di Ibra: “Da bambino milanista”. Ma all’Inter…

Eva A. Provenzano

E’ la sindrome di Ibra. Ormai gli interisti ci sono abituati. Certi giocatori vestono la maglia nerazzurra, grandi parole al loro arrivo: “L’Inter è la squadra che mi piace”. Per qualche motivo finisce con un divorzio e...

E' la sindrome di Ibra. Ormai gli interisti ci sono abituati. Certi giocatori vestono la maglia nerazzurra, grandi parole al loro arrivo: "L'Inter è la squadra che mi piace". Per qualche motivo finisce con un divorzio e passano - prima o poi - al Milan: "La squadra che tifavo da bambino". Visto che le due cose sono concilianti come il latte e il limone, allora resti sempre lì seduto sulla tua sedia ad ascoltare certe cose un po' perplesso.

"Indossare la maglia del Milan è un sogno che si corona, sono un tifoso milanista. Sono felicissimo di essere qui, non penso al passato. Non vedo l'ora di giocare con questa maglia", ha detto oggi Andrea Poli nel giorno della sua presentazione a Milanello. Nessun desiderio di rivalsa, certo. L'Inter non ha voluto riscattarlo, non perché non ha creduto in lui, ma perché riteneva la cifra del riscatto troppo alta. Il centrocampista è rimasto un anno alla Sampdoria e adesso si è accasato a via Turati. Parole le sue che sembrano sentite.

Come sembravano sentite quelle pronunciate ai tempi dello sbarco alla Pinetina (http://www.inter.it/it/news/53931): "Sono molto contento di essere qui all'Inter. Sono stato a vedere la finale a Madrid, è stata un'emozione unica. Perché c'ero? Perché c'era già un'attenzione particolare ai colori nerazzurri, mi sono sempre piaciuti. Dicesi il destino...". G. Già, tutta colpa del fato se gli interisti sono costretti a sentire ritornelli che hanno lo stesso suono ogni benedetta volta: dopotutto sembra che gli ex nerazzurri vadano di moda ogni anno in casa Milan...