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Il trasferimento di Mateo Kovacic dalla Dinamo all'Inter sta ancora creando sconquassi mediatici in Croazia. Il presidente Zdravko Mamic ha cofessato a un giornale croato l'iter della trattativa: «Mi è letteralmente stato portato via. Per la prima volta, mi tremavano le gambe per il negoziato con le persone provenienti dall'Inter. È successo tutto così all'improvviso. Ho detto loro di non venire a Zagabria, perché non volevo nemmeno trattare al di sotto di 15 milioni. In ogni caso sono venuti e abbiamo firmato il contratto a 13 più un bonus di 2 milioni di euro se l'Inter andrà in Champions League. Il bonus sarà pagato prima dell'ultima rata. C'è stata una telefonata col comitato esecutivo e il trasferimento è stato approvato all'unanimità. È stato un momento in cui non potevamo lasciare che le emozioni ci sopraffacessero, perché il club deve dare stabilità. A 18 anni Kovacic ha risolto la sua vita. Dovrebbe avere 10 milioni (netti) per quattro anni e mezzo. Così, tra cartellino e stipendio arriveranno in Croazia 25 milioni di euro. È bello notare che la Dinamo in Italia non ha fatto un trasferimento importante dal 1998 (quando Dario Simic venne all'Inter, ndr). Potevamo aspettare e ottenere di più in futuro per Kovacic? Certo che sì, il suo prezzo è destinato a crescere, ma in questo settore vi è un rischio terribile. Attualmente c'è una pressione enorme su di me e sul club. Dovrebbe essere anche considerato il contesto delle nostre decisioni. Ebbene io sono a conoscenza della situazione, in particolare quella delle istituzioni finanziarie in Croazia e in Europa. La vendita di Kovacic sembra un passo indietro per la Dinamo, ma in prospettiva io la vedo come due passi avanti. Vendere giocatori è una questione di responsabilità tantopiù che noi tutti siamo emotivamente legati con i giocatori».
Mamic ha annunciato azioni legali contro i media che sostengono che lui speculi sulla vendita di Kovacic per una sua fortuna personale: «Lavoro per la Dinamo per uno stipendio di 11 000 kune (poco meno di 1.500 euro, ndr) mensili. Chi dimostra il contrario gli do un milione. E in 35 anni di servizio né io né la mia azienda (o un familiare) non deve allo Stato ogni centesimo.
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